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Attualità domenica 10 maggio 2020 ore 17:00

Pazienti Covid a Campiglia, "Scelta inopportuna"

Bandiere Fials (Foto di archivio)

Il Fials contesta la linea del direttore generale dell'Azienda Usl Toscana Nord Ovest. "Aspettavamo delle risposte alle nostre contestazioni"



CAMPIGLIA MARITTIMA — "Sbagliato l'atteggiamento del direttore generale Usl Toscana Nord Ovest di evitare un confronto serio e costruttivo come richiesto dal nostro sindacato sulla riorganizzazione del Centro di Campiglia in riabilitazione Covid positivi", parole del Fials raccolte in una nota a firma della segretaria provinciale Daniela Boem.

"Aspettavamo delle risposte alle nostre contestazioni che motivano come inopportuna questa scelta. Afferma sulla stampa la direttrice, in modo quasi provocatorio, che il Comune e i sindacati 'sapevano dell’arrivo dei malati', per quanto ci riguarda siamo rimasti ad una video conferenza con i promotori aziendali della riorganizzazione che avrebbero dovuto riportare le posizioni sindacali alla Direttrice Generale, la medesima a sua volta fa riferimento sulla stampa ad un incontro del 30 Aprile che però non si è mai realizzato sull’argomento. Ancora una volta siamo in presenza del solito comportamento per cui questa ritiene di essere depositaria di certezze inamovibili all’interno di un sistema autoreferenziale ormai collaudato dove chi programma, gestisce e verifica è lo stesso soggetto aziendale". 

Il Fials continua a sostenere che queste prestazioni possono e debbono essere svolte in modo tempestivo e in piena sicurezza negli ospedali dove è già presente il percorso Covid. Per questo ci domandiamo che significato dobbiamo dare all’affermazione della direttrice generale 'anche Campiglia in questa emergenza deve fare la sua parte', sembra che la battaglia al contagio Coronavirus si possa trasformare in una sorta di competizione mentre questa grave problematica necessita di una pianificazione ponderata e razionale. - e aggiungono dal sindacato - Per rimanere ai fatti sui percorsi Covid e No Covid non abbiamo ricevuto nessuna certificazione di congruità in termini di sicurezza, vi è da parte aziendale solo una generica disponibilità ad effettuare un sopralluogo ufficiale con i rappresentanti dei lavoratori alla sicurezza che non si è realizzato. Poche sono le garanzie anche sull’incremento del personale necessario per organizzare turni di lavoro Covid con garanzie per il benessere psicofisico degli operatori. Sul tema della formazione ancora molta è, ad avviso del Fials, la confusione da parte aziendale che la limita alla conoscenza sull’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale". 

"La posizione assunta sulla stampa dalla Usl mette ancora una volta in evidenza una visione che definiremo medico centrica, il tutto viene ricondotto in termini di codici allo scopo di sollevare i medici da determinate responsabilità infatti sostenere che la riabilitazione a Campiglia rimane codice 26 permette al medico una attività di tipo ambulatoriale mentre l’attribuzione a questa fase del codice 56 richiederebbe invece professionalità mediche specialistiche più ampie come ad esempio lo pneumologo. - ha spiegato il Fials - Sembra quasi che per l’Azienda tutto si possa risolvere con qualche barriera mobile per delineare i percorsi, qualche bombola di ossigeno appoggiate al muro, l’impianto centralizzato ci risulta ancora non completato, e con il servizio territoriale del 118 allertato per il trasporto di pazienti Covid ai centri ospedalieri di riferimento in caso di necessità. Questa impostazione più interessata al numero di codice che alla effettiva qualità e quantità delle prestazioni assistenziali e riabilitative attribuite al personale del comparto pecca di superficialità e non garantisce al massimo operatori e utenti. Per dette ragioni - si conclude - il Fials rimane fermo nel sostenere la inopportunità ad individuare Campiglia come centro di riferimento aziendale per la riabilitazione Covid e si attiverà a difendere questa posizione presso tutte le sedi opportune".


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