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Attualità venerdì 27 gennaio 2023 ore 15:00

Villamarina, numeri e novità della chirurgia

L'ospedale Villamarina

Il dottor Scotto: “Interventi in aumento e spazio alla laparoscopia”. Ringraziamenti alle squadre in azione negli ospedale di Piombino e Portoferraio



PIOMBINO — Cresce l’unità operativa di Chirurgia generale dell’ospedale Villamarina di Piombino, diretta dal 6 Dicembre 2021 da Gianluca Scotto.

Classe 1970, allievo della scuola del professor Mosca, dopo la specializzazione all’Università degli studi di Pisa il dottor Scotto è approdato a Livorno nel 2009 già da dirigente medico di Chirurgia generale. Nell’ospedale labronico è cresciuto professionalmente fino a ricoprire nel 2020 il ruolo di vicario del direttore della struttura ed eseguendo oltre 3.500 interventi chirurgici come primo operatore, sia in elezione che in urgenza. Si è perfezionato in particolare nella tecnica mini-invasiva laparoscopica, che rappresenta ormai in molte realtà lo standard di cura nel trattamento di varie patologie e che consente di minimizzare il trauma chirurgico e di ridurre la degenza ospedaliera dei pazienti, che possono così tornare a casa in tempi più rapidi.

“Devo ringraziare la Direzione generale - afferma il dottor Scotto - che nell’ultimo anno mi ha dato l’opportunità e il compito di guidare questa unita operativa complessa, un compito che ho svolto e svolgo, insieme alla squadra della Chirurgia, con entusiasmo e dedizione e spero in maniera consona alle aspettative della popolazione”.

I dati d’attività del 2022 parlano di un incremento del 5% sul totale degli interventi di chirurgia generale rispetto all’anno precedente e di un aumento anche per quanto riguarda gli interventi oncologici.

Importanti novità, poi, nell’approccio professionale del team chirurgico. Un elemento che ha caratterizzato questo ultimo anno dell’attività al Villamarina è infatti l’utilizzo estensivo della tecnica chirurgica mini-invasiva, anche nelle urgenze e non solo in interventi ormai consolidati ovunque come l’appendicectomia laparoscopica o la colecistectomia laparoscopica.

“La laparoscopia - ha spiegato Scotto - è stata applicata anche alla chirurgia d’urgenza maggiore (ad esempio nei casi di occlusioni intestinali, perforazione intestinali e traumi, che spesso vengono gravati di un alta percentuale di conversione chirurgica a ‘cielo aperto’). Ciò ha permesso una riduzione della degenza post-operatoria per il più rapido recupero del paziente operato, spesso molto anziano e deperito, ottimizzando anche il turnover dei posti letto a favore dell’utilizzo di altre specialistiche, come la struttura di Ortopedia diretta dal dottor Lioci, che ha potuto a sua volta raggiungere obiettivi aziendali fondamentali come quello del trattamento in tempi congrui delle fratture di femore. Inoltre, abbiamo eseguito per la prima volta a Piombino con tecnica mini-invasiva, interventi come la nefrectomia laparoscopica e la surrenalectomia laparoscopica, a conferma delle rilevanti potenzialità di questo ospedale". 

"Tutto questo è stato possibile grazie all’equipe di giovani medici chirurghi che non si sono risparmiati in niente e hanno lavorato anche per la Chirurgia di Portoferraio, diretta dal dottor Matronola. L’ottima collaborazione e l’integrazione con la struttura elbana hanno permesso, inoltre, una gestione condivisa dei pazienti più complessi, con un rafforzamento complessivo dell’attività chirurgica nell’area sud dell’Azienda Usl Toscana nord ovest. Devo a tal riguardo ringraziare in modo particolare il dottor Casalis, direttore della struttura di Anestesia e rianimazione con cui si è creato una stretta collaborazione, grazie a cui abbiamo potuto operare pazienti con patologie complesse, senza necessità di centralizzazione in altre sedi. Ringrazio poi il personale infermieristico del reparto e del blocco operatorio, che mi hanno ben accolto e supportato, impegnandosi duramente insieme a me e ai miei colleghi e sopratutto manifestando un entusiasmo lavorativo da prendere come esempio. Grazie, infine, ai medici di medicina generale di questo territorio, che hanno giocato e giocano un ruolo fondamentale negli equilibri con l’attività ospedaliera. Li abbiamo incontrati e sensibilizzati, con l’obiettivo condiviso di costruire un network in grado di offrire alla popolazione esperienza e professionalità in sede, senza bisogno di spostamenti in altri centri”.


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