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Attualità domenica 05 aprile 2020 ore 08:30

Felice I a Piombino

La copertina del libro Piombino Leggendaria

Su #tuttoPIOMBINO Gordiano Lupi ripercorre la storia di Elisa Baciocchi, principessa di Piombino, in occasione del bicentenario della sua morte



PIOMBINO — Il Principe don Antonio Boncompagni morì a Roma il 26 aprile del 1805, lasciando successore del diritto usurpato il figlio don Luigi, nato nel 1767.

I coniugi Baciocchi mandarono come loro rappresentante monsieur Lespérut munito di pieni poteri amministrativi e giudiziari. Il Principe Baciocchi - che si faceva chiamare Felice I - prese possesso dello Stato poco tempo dopo, fu ricevuto con grandi onori e da una folla festante. Le truppe del Principato fecero ala da Porta a Terra fino alla Cittadella, il Principe ricevette le autorità civili e militari, l’arciprete e i governatori dello Stato. La sera ci fu una cena sontuosa sulla terrazza del palazzo reale che vide ospiti tutte le autorità cittadine. Il giuramento di fedeltà fu celebrato il giorno dopo nella chiesa di Sant’Antimo Sopra i Canali, quando Felice I ricevette le chiavi della città dall’arciprete e dal maire (sindaco), affiancati da una delegazione di Anziani, dal ministro plenipotenziario, dal governatore generale e dal clero. Le campane della chiesa suonarono a festa per suggellare il reciproco giuramento di fedeltà. Il nuovo sovrano si recò subito dopo all’Isola d’Elba dove ricevette identici onori e un’ottima accoglienza.

Elisa non poteva accontentarsi del Principato di Piombino, troppo piccolo per la sua ambizione, per questo brigò così tanto che ottenne dal fratello anche Lucca, Massa Carrara e la Garfagnana. Il 14 giugno del 1805, Felice I, cognato di Napoleone, prendeva possesso del gonfalone lucchese, come formalmente aveva chiesto la città toscana.

Il nuovo Principe di Piombino doveva custodire “a vantaggio di Francia” e in buono stato la fortezza con il compito di favorire le comunicazioni con l’Isola d’Elba. Un altro obbligo a carico del Principe era quello di mantenere al soldo un battaglione di cinque compagnie. Il primo settembre del 1805 fu costituito il battaglione dei cacciatori di Piombino, soppresso due anni dopo per creare il battaglione del Principe Felice. Elisa Baciocchi era una donna dai costumi molto liberi, tradiva con facilità il marito, intrecciò una relazione con il Lespérut, che volle accanto a sé per lungo tempo, non solo per le sue doti amministrative. Tra gli amanti di Elisa ricordiamo il signor Capelle, consigliere di Stato sotto Luigi XVIII e ministro di Carlo X.

Elisa non era bella ma aveva una spiccata personalità unita a uno sguardo fiero e a due occhi intriganti che stregavano gli uomini. Forse da questo particolare deriva la leggenda - di cui parlo in Piombino leggendaria - che la descrive come una maliarda divoratrice di uomini. Elisa aveva la pelle bianca, un discreto personale, forse era un po’ troppo magra, ma soprattutto non aveva un fisico armonico. Molti uomini le facevano la corte, all’insaputa del Principe che non se ne curava troppo, ma era interessato solo a continuare la sua vita tranquilla.

Nel luglio del 1805, Felice ed Elisa entrarono a Lucca per ritirare le chiavi della città e prendere possesso del nuovo regno. Alcuni mesi dopo vollero visitare Piombino, che aveva visto succedere come ministri plenipotenziari monsieur D’Hautsmenil e il cavalier Mariotti. In occasione dell’arrivo dei signori fu proclamato un periodo di grandi festeggiamenti, fu innalzato un arco trionfale, la città fu illuminata per tutta la notte e il popolo tributò una solenne accoglienza. Ovunque si sentiva gridare: “Viva Napoleone! Viva il vincitore di Austerlitz! Gloria alla sua augusta persona!”.

Gli Anziani consegnarono ai regnanti le chiavi della città davanti a un battaglione di soldati schierato nella piazza di Cittadella. Tra le dame che accompagnavano Elisa c’era anche la marchesa de Laplace, moglie del matematico Simon de Laplace, molto amica della Principessa e in corrispondenza con lei per tutta la vita. Alcuni giorni dopo i due Principi partirono per Lucca promettendo di tornare presto a Piombino per trascorrere un lungo soggiorno.

Gordiano Lupi
© Riproduzione riservata


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