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Politica martedì 05 giugno 2018 ore 20:43

La spinta del Consiglio regionale per Piombino

Il presidente Rossi ha illustrato la situazione dopo l'arrivo di Jindal. Ecco tutti gli interventi dei consiglieri e le risoluzioni previste



FIRENZE — “Piombino e la Toscana hanno una nuova opportunità da non sprecare”, così il presidente della Regione Enrico Rossi a esordito nella comunicazione al Consiglio regionale sugli sviluppi nella vicenda delle acciaierie dell’ex Lucchini, oggi Aferpi, oggetto del passaggio di proprietà a favore del gruppo indiano Jsw Steel che dovrebbe concludersi entro la fine di Giungo. 

Dopo l'illustrazione generale delle linee progettuali (leggi qui sotto gli articoli correlati) il presidente della Toscana ha annunciato che chiederà subito un incontro al nuovo ministro del lavoro e dello sviluppo economico, Luigi Di Maio, “per illustrare il poderoso lavoro fatto e avere ulteriore attenzione e impegno per il closing e per una copertura complessiva degli ammortizzatori sociali”.

Proiettato verso il futuro, il presidente ha ringraziato l'ex ministro Carlo Calenda "senza il quale non avremmo raggiunto il risultato", il presidente della seconda commissione Gianni Anselmi “che ha partecipato a tutte le riunioni che si sono tenute al ministero” e la “classe operaia di Piombino, alla cui lotta dobbiamo sostanzialmente questo risultato". Lo stabilimento siderurgico piombinese in questi anni, sotto la guida del gruppo algerino Cevital, ha vissuto uno stallo. Il presidente Rossi ha comunque ringraziato l'imprenditore algerino Rebrab per l'impegno profuso e per aver rispettato gli impegni nei confronti dei lavoratori.

Sull’accordo di programma, il presidente ha ribadito l’intenzione di arrivare in tempi brevi alla stesura dell'accordo con le istituzioni per avere un quadro di certezze circa gli impegni reciproci in materia ambientale che possano creare le condizioni per gli investimenti sull'area industriale di Piombino. Sulla questione si è tenuto a Firenze un incontro coi sindacati (leggi qui sotto l'articolo correlato).

Le forze politiche del Consiglio regionale si sono espresse sulla questione a partire da Giacomo Giannarelli del Movimento 5 Stelle: “Innegabile l’impegno delle istituzioni in questa vicenda, ma altrettanto innegabile è che non ci sia stato un esito positivo. A oggi non si è realizzato il rilancio della filiera dell’acciaio". La speranza è che l'arrivo del nuovo investitore si possa accelerare il rilancio dell'acciaieria piombinese, pur restando la preoccupazione per le questioni irrisolte come la strada 398, le bonifiche e la mancanza di un piano strategico.

Sulla potenzialità del porto di Piombino si è espresso il capogruppo di Sì-Toscana a sinistra Tommaso Fattori che ha battuto il pugno per la ripartenza della produzione dell'acciaio per la quale ad oggi permangono "svariati elementi di indeterminatezza".

Preoccupazione per questa situazione è stata espressa da Roberto Biasci della Lega: “Abbiamo percepito preoccupazione – ha detto il consigliere regionale – anche dai lavoratori legati alla fabbrica e a tutto l’indotto. Non vorremmo si ricreasse un caso senza realizzare nulla. Il nostro gruppo cercherà di vigilare perché abbiamo a cuore che a Piombino si torni a produrre acciaio”.

Passi avanti riconosciuti anche dalla consigliera Monica Pecori del gruppo Misto, mentre permangono fortissimi dubbi sulle bonifiche e sul fatto che possano essere eseguite parallelamente con il riavvio dell’attività produttiva.

Per il capogruppo Pd Leonardo Marras "quella di oggi è un’altra pagina, che restituisce alla vicenda di Piombino ancora una speranza”. 

“Spero che il Piano sia concreto e che arrivino i soldi, perché del mirabolante e sbandierato piano dell’altra cordata non si è visto niente”, ha detto Paolo Marcheschi di Fratelli d'Italia.

"Qualche settimana fa eravamo certamente più preoccupati della situazione di Piombino. - ha continuato la consigliera Serena Spinelli (Mdp-Art.1) - La Toscana non vuole abbassare la guardia e ribadisce con forza di essere anche il territorio dell’industria scegliendo l’economia circolare per produrre in maniera ecocompatibile”.

Sulla stessa lunghezza d’onda il presidente della commissione Sviluppo economico Gianni Anselmi (Pd). “Giocheremo questa partita all’attacco – ha assicurato Anselmi – nella consapevolezza del nostro destino, con un’Europa che ci giudica sulla frontiera dei processi industriali, legati al risanamento ambientale”.

Nell’intervento conclusivo, il presidente Enrico Rossi ha fatto proprio l’intervento di Anselmi: “Andremo avanti svolgendo fino in fondo la nostra parte e i fatti ci dicono di continuare sulla strada tracciata, con determinazione e straordinaria volontà”.

A conclusione del dibattito, Tommaso Fattori (Sì- Toscana a sinistra) ha presentato una risoluzione, “come testo costruttivo in vista di un’intesa comune”. E così è stato.

L’aula ha approvato sia un emendamento presentato da Paolo Marcheschi (Fratelli d`Italia - AN - Liste civiche per Giorgia Meloni), per invitare a “verificare la possibilità di impiegare nella bonifica personale dipendente non utilizzato nella prima fase del piano industriale”, sia un emendamento di Gianni Anselmi (Pd), per “completare le attività di messa in sicurezza e bonifica, in coerenza con il piano e con l’accordo di programma”.

L’aula ha quindi votato all’unanimità la risoluzione di Sì Toscana a sinistra, che impegna la Giunta a procedere, di concerto con il Comune di Piombino, con il potenziamento delle infrastrutture viarie, ferroviarie e portuali esistenti; nonché ad attivarsi perché vengano garantiti la definizione, l’avvio e la messa a regime del piano del gruppo Jindal anche nella sua fase 2; i livelli occupazionali esistenti con il mantenimento dei 2mila posti di lavoro diretti e dell’indotto; l’apertura di un confronto con il gruppo industriale sugli aspetti riguardanti l’organizzazione del lavoro; infine a intervenire nei confronti del Governo perché siano assicurati gli ammortizzatori sociali per tutta la durata del processo di rilancio della produzione.


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