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Politica sabato 07 novembre 2020 ore 13:35

"Lunga storia di una inefficienza amministrativa"

Lavoro & Ambiente ripercorre tutti i passaggi dalla dismissione delle due discariche alla decisione del Comune per la titolarità delle bonifiche



PIOMBINO — Le dichiarazioni del sindaco Francesco Ferrari sulle operazioni preliminari per la bonifica delle discariche di Poggio ai venti hanno acceso il dibattito tra maggioranza e opposizione.

La lista Lavoro & Ambiente, dunque, risponde a Pd e Con Anna che in una nota hanno sottolineato come la bonifica è stata inserita, dall’allora sindaco Gianni Anselmi, nell’accordo di programma del 2013 (leggi qui l'articolo collegato).

"Avessero osservato un dignitoso silenzio, non saremo stati indotti a ripercorrere la lunga storia di un'inefficienza amministrativa più unica che rara. Le due discariche per Rsu di Poggio ai venti sono state dismesse una nel 1983 e l'altra nel 1997. - hanno spiegato dalla lista della coalizione di maggioranza - Le indagini di caratterizzazione, iniziate nel lontano 2002, si sono concluse rispettivamente nel 2005 e nel 2011. Si sarebbe quindi dovuto procedere alla progettazione dell'opera. Ma è evidente che così non è stato. Cosa è successo, in questa storia che si è trascinata negli anni all'insegna della confusione e dell'inefficienza? Questi i fatti: nel 2009 il Comune di Piombino ha affidato ad Asiu la realizzazione e la gestione delle opere per la messa in sicurezza del sito. L'opera era finanziata perché Il Ministero dell’ambiente nel 2008, aveva trasferito al Comune di Piombino 1,9 milioni di euro e la Regione Toscana nel 2010 aveva assunto l’impegno di spesa a favore Comune di Piombino pari ad 1,1 milioni di euro (somme stanziate con l'Accordo di Programma del 2007). Poi, con l'AdP del 2013 il finanziamento regionale era passato da a 3,1 milioni di euro per un'opera da realizzare entro il 2015. Ebbene, nel 2015 non solo non è stato fatto niente, ma si assiste a un colpo di scena (nel frattempo i finanziamenti sono anche aumentati fino a 8milioni e cento): a giugno Asiu ha chiesto al Comune di non occuparsi più dell'opera commissionata (dopo non aver fatto niente dal 2009 se non raccogliere il percolato) e un mese dopo il Comune ha ammesso la propria incapacità a progettare e realizzare l'opera ed ha detto alla Regione Toscana di non volersene più occupare! Insomma il Comune si è autocommissariato : caso più unico che raro dato che i commissariamenti vengono imposti dall’alto non certo richiesti dal basso.  La Regione Toscana ha attivato i poteri sostitutivi previsti, dopo di che ha deciso di avvalersi dell'Autorità Portuale per la progettazione dell'opera. Un altro giocatore entra in campo per giocare questa più che tormentata partita. Ma a dicembre 2018 anche l'Autorità portuale ha rinunciato avviando un'altra fase di stallo. Per superarla, nel febbraio scorso, questa amministrazione ha chiesto alla Regione di attivare le procedure necessarie per trasferire al Comune di Piombino la titolarità dell’intervento di bonifica e la disponibilità delle risorse stanziate: dopo numerose, insistenti richieste, con un'ordinanza del 16 luglio 2020 il commissario straordinario Enrico Rossi dichiara di individuare soggetto attuatore per la realizzazione dell’intervento di messa in sicurezza permanente delle ex discariche di Poggio ai Venti il Comune di Piombino. Insomma dal lontano 2002 nulla è stato fatto, se non uno spreco di denaro pubblico impiegato in tutti questi anni per lo smaltimento del percolato prodotto dalle due discariche". 

"I soldi ci sono, gli accordi pure: la politica degli annunci li ha lasciati lì per 20 anni. Omette anche un'altra informazione oggettiva: - ha aggiunto la lista rispondendo al Pd - come risulta da una relazione di Arpat del 5 marzo 2020, risultano non ottemperate le prescrizioni ministeriali relative al monitoraggio delle acque di falda (che era prescritto con cadenza semestrale), non risulta rispettato il cronoprogramma per la Messa in sicurezza permanente e non risulta nessun progetto in tal senso. Soprattutto, non risulta noto nemmeno il soggetto responsabile per tale opera. Una situazione disastrosa sotto ogni aspetto: anni di inconcludenza e di inadempienze, con prescrizioni ministeriali non ottemperate in un sito definito in stato di abbandono". 

"Ecco, queste sono le informazioni oggettive e complete. In 20 anni, con risorse certe e accordi sottoscritti, niente è stato fatto, nemmeno il monitoraggio delle acque di falda che avrebbe dovuto essere presentato ogni sei mesi. - e hanno concluso - Noi abbiamo riottenuto la titolarità dell'intervento e abbiamo già svolto il lavoro preliminare di verifica dello stato dei piezometri per poter fare il monitoraggio prescritto. Il passo successivo sarà il bando per l'affidamento del progetto. Occorreranno mesi, certo, ma dopo anni di inettitudine abbiamo cominciato l'opera di risanamento".


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