Rigassificatore, "perfetta storia all'italiana"

PIOMBINO — Rispetto alla recente nomina a commissario per il rigassificatore per il mar Ligure del presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, atto propedeutico allo spostamento del rigassificatore dal porto di Piombino ad un nuovo sito ligure, parla il gruppo Appello per il lavoro e lo sviluppo. 

"Nessuna novità potremo affermare. Si tratta di un atto che va nella direzione del rispetto della prescrizione rilasciata dal Presidente della nostra regione all’interno dell’Ordinanza Commissariale n. 140 del 25 ottobre 2022. Tutto ampiamente previsto; niente di più. Tutto bene allora? Esattamente il contrario. L’ultimo anno è stato caratterizzato da un dibattito fuorviante, che ha visto la nostra comunità dividersi in modo lacerante, abbiamo avuto persino una città blindata, assediata dai gruppi No gas di tutto il Paese, e sono state spese notevoli risorse pubbliche in una battaglia giudiziaria dagli esiti molto incerti e ormai resa praticamente inutile, come peraltro era ampiamente prevedibile. - hanno commentato in una nota - Il nostro territorio, che ha avuto un momento durante il quale era tornato, innegabilmente, all’ordine del giorno dell’agenda politica nazionale, in relazione alla crisi energetica, ha, di fatto, bruciato la sua possibilità di giocare un ruolo, non è chiaro se per incapacità politica dell’amministrazione comunale ostaggio dei comitati No gas, per un mero calcolo legato ad un facile consenso elettorale o per entrambe le ragioni. L’unica cosa certa è che, anche un prevedibile, quanto inoperoso ravvedimento dell’amministrazione comunale dopo il pronunciamento del Tar, appare, allo stato dei fatti, oltremodo tardivo e finalizzato, nella migliore delle ipotesi, a raccogliere le briciole di quello che si sarebbe potuto fare con una rappresentanza di ben altro livello". 

Il riferimento va al destino della vertenza Jsw. "Con gli investimenti del Memorandum per Piombino, avrebbe avuto la possibilità di essere superata creando le condizioni per un nuovo sviluppo del distretto industriale, in primis, per le nuove condizioni circa i costi energetici, e per gli altri investimenti correlati, giunge nuovamente ad un momento di stallo. - ha detto - Inoltre, in questa battaglia non possiamo non rilevare l’estenuante impegno delle organizzazioni sindacali che, oramai da anni, chiedono l’intervento del Governo (e non solo) su di un settore che, da ogni parte politica, viene ritenuto strategico, ma forse non abbastanza per impegnarsi nella sua soluzione. Infine, ci sia consentito sottolineare l’assurdità industriale della chiusura, dopo nemmeno tre anni di esercizio, di un’infrastruttura nuova, posta a servizio del Paese e realizzata a tempo di record, che non è arrivata nemmeno lontanamente ad avvicinarsi alla copertura dei costi di ammortamento".

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