"Impossibile fare di peggio, ma ce l'hanno fatta"

PIOMBINO — Il Partito della Rifondazione Comunista contesta le novità relative all'aggiornamento del regolamento per le sagre e feste temporanee già nato problematico nella passata amministrazione.

"Durante la precedente consiliatura avevamo già osservato come ritenevamo che questo Regolamento fosse stato pensato in modo e in maniera da creare talmente tante difficoltà ed ostacoli alle associazioni e partiti da indurli alla fine a limitare se non cessare la loro attività di autofinanziamento. A nostro parere - hanno spiegato - il pensiero che mosse gli estensori allora fu quello di parificare le attività di volontariato che hanno fini sociali e culturali, con le normali attività commerciali private con scopo di lucro, con imposizione di regole che neppure le attività commerciali sono tenute ad ottemperare creando così un evidente strumento punitivo nei confronti delle associazioni: parliamo dell’obbligo di presentare i bilanci, della dimostrazione degli acquisti, della destinazione dei proventi della festa o sagra, degli obblighi rigidi riguardo i prodotti da utilizzare e gli esercizi commerciali dove comprarli". 

"Inoltre avevamo rilevato come la presenza di esercizi commerciali nella festa o sagra e l’accordo con un ristorante per la presentazione di un piatto comune nel menu durante il periodo di svolgimento della festa, fosse un’assurda commistione tra i privati che gestiscono esercizi commerciali o di somministrazione che hanno giustamente scopo di lucro, con attività culturali, sportive o politiche che nelle feste o sagre vengono svolte da volontari ed i cui proventi servono per lo svolgimento delle attività stesse per cui le associazioni o i partiti esistono. Del resto crediamo che nessuno abbia mai verificato se davvero quegli esercizi commerciali presenti in qualche modo all’interno delle feste o sagre abbiano mai avuto una ricaduta positiva durante i periodi interessati; verifica mai fatta prima, né, sembra, si pensi di farla adesso. Prendiamo oggi atto, che nonostante il cambiamento di colore politico, si è mantenuto intatto quell’impianto e quindi il pensiero e le motivazioni che lo mossero, ma non ce ne meravigliamo".

"Avevamo chiesto di modificare alcuni punti, come la possibilità, dietro adeguate motivazioni e dopo eventuale verifica degli spazi e delle sovrapposizioni, di consentire non solo il cambiamento di data ma anche il cambiamento di sede. Avevamo chiesto di togliere quell’assurdo, inutile ed incomprensibile obbligo, per chi effettua una festa o sagra di durata maggiore di 7 giorni alla Pinetina di Riotorto, unica area attrezzata presente nel Comune di Piombino, si noti bene, di svolgere un evento a Riotorto entro un anno dalla fine della manifestazione per integrare gli organizzatori e la frazione di Riotorto, come se non fossimo tutti cittadini di uno stesso Comune e come se Riotorto non fosse un quartiere del Comune di Piombino. E invece niente. I lacci e lacciuoli sono rimasti, con qualche modifica qua e là, e, dulcis in fundo, si toglie il criterio dell’anzianità a parità di punteggio, per introdurre il criterio della 'priorità data alla sagra piuttosto che alla festa', fatto significativo e, a nostro parere, segno di una volontà di discriminazione politica nei confronti delle feste di partito e in generale una discriminazione nei confronti di ogni forma di associazionismo che non ha nella propria ragione di essere la promozione di un prodotto alimentare, quindi verso tutto ciò che riguarda la cultura in ogni sua forma. Complimenti, non era facile, ma ce l’avete fatta a fare peggio dei vostri predecessori".

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