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Attualità lunedì 01 luglio 2019 ore 17:01

Industrie Marittime sotto la lente del Comitato

Quali ripercussioni avrà sull'ambiente il nuovo polo di demolizioni navali nel porto di Piombino? Il Comitato Salute Pubblica chiede le carte



PIOMBINO — Da Settembre sarà operativo il nuovo polo di demolizione, refitting e realizzazione di navi nel porto di Piombino da parte di Pim (Piombino Industrie Marittime). 

L’iter autorizzativo ha avuto una durata di tre anni e si è concluso con l’Autorizzazione Integrata Ambientale, ottenuta lo scorso Aprile. Ora si entra nella fase operativa del progetto legato alle demolizioni navali (leggi qui l'articolo correlato).

A monitorare il percorso di questo nuovo insediamento è il Comitato Salute Pubblica. "Il progetto più volte sbandierato dalla Regione Toscana e dagli ex sindaci Anselmi e Giuliani si avvia a realizzarsi. Quello di cui non siamo a conoscenza, però, sono i dettagli. - hanno riferito in una nota - Secondo le ultime indiscrezioni i cassoni, 12 in tutto, posizionati nel porto di Piombino, che un tempo dovevano servire come banchina di carenaggio, adesso, dopo anni, sono divenuti un rifiuto anch’essi e saranno demoliti. Conosciamo poco anche sul fronte delle autorizzazioni, visto che Piombino ha solo il nullaosta della Regione senza essere inserito nella liste dell’Unione Europea dei siti autorizzati. La stessa autorizzazione, per quanto ci è dato di conoscere, avverrà quando la struttura sarà pronta ed avrà una validità di 5 anni. Ma sappiamo per certo che esistono porti già attrezzati con viabilità, macchine e infrastrutture che licenziano 200 maestranze come il porto di Cagliari per mancanza di prospettive. Solo Piombino, già centro di trattamento rifiuti pericolosi, è attrattivo con questa nuova attività portatrice di amianto aerodisperso e diossina da taglio lamiere, oltretutto contaminate da idrocarburi. E speriamo non si dia seguito anche ad un altro progetto già sul tavolo delle vecchie amministrazioni comunali che prevedeva la demolizione di carri ferroviari e locomotive zeppe di amianto".

"Il business della rottamazione non è solo relegato alla rivendita dell'acciaio, ma alla rigenerazione delle varie parti delle navi come motori, generatori, apparecchiature elettriche, ecc. cosa che in Italia non è possibile perché la nave nell'insieme è un rifiuto speciale e tutto deve essere smaltito e niente rivenduto. Il core business sarà semplicemente lo smaltimento di rifiuti speciali e non il riciclo di materiali", hanno aggiunto.

Ad aggiunsi ai dubbi del Comitato le recenti dichiarazioni del presidente del Gruppo Moby Vincenzo Onorato che sottolineava come il business della demolizione in Italia, per le normative europee vigenti, è economicamente impraticabile.

"Nascono i nostri primi dubbi: - proseguono dal Comitato - di quali tipi di navi stiamo parlando per Piombino? Saranno quelle militari o le civili? Le navi militari che vogliono smaltire sono soprattutto dragamine con fondo di legno o resina molto inquinante durante il processo di demolizione? Che cosa avranno trasportato quando erano in flotta? Quali sono le caratteristiche principali delle parti che le compongono? Come avverrà la lavorazione? Saranno presi tutti gli accorgimenti del caso per evitare ogni forma d’inquinamento? Come Comitato Salute Pubblica siamo preoccupati nel vedere nascere sul nostro territorio altri poli di lavorazione dei rifiuti che sulla stampa e da organi istituzionali, come la Regione e l’Autorità Portuale, indicano come nuovo sviluppo economico per Piombino. Si tratta davvero di un bene per la collettività o delle facce di uno stesso sistema che attrae notevoli flussi di denaro solo per pochi?".

La demolizione delle navi, come la presenza di altre aziende di lavorazione rifiuti nel porto di Piombino, per il Comitato Salute Pubblica sono "in antitesi con qualsiasi prospettiva di diversificazione e come per altre attività già note sul territorio anche a livello occupazionale non porterà cambiamenti rilevanti".

Per queste ragioni il Comitato chiede al sindaco e al Consiglio comunale di Piombino "di prendere i dovuti accorgimenti per tutelare la salute e l'ambiente prima di tutto dei piombinesi, senza fare sconti a nessuno".

"Come Comitato Salute Pubblica - hanno concluso - ci permettiamo di avanzare le seguenti richieste: essere maggiormente coinvolti su qualsiasi nuova richiesta di autorizzazione d’impianti che riguardano il settore rifiuti ed ambiente; impegno nell’aumentare i controlli ambientali rendendone pubblici i risultati, più attenzione e coinvolgimento verso i piani regolatori portuali ed infine, ma non ultimo, maggiori controlli sulla caricazione delle rinfuse per evitarne le dispersioni”.


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