Io so’ stucco

PIOMBINO — Da cosa deriverà mai l’espressione dei vecchi piombinesi essere stucchi? Non è facile a dirsi, l’etimologia dell’aggettivo stucco (declinabile anche al femminile stucca e al plurale stucchi e stucche), termine che denota una caratteristica del comportamento, è incerta. Forse deriva dall’antico longobardo stuhi (intonaco) e il significato figurato proverrebbe da turare con lo stucco, infatti stucchevole è una cosa che riempie oltre il dovuto, ergo nauseante. Un pranzo stucchevole è quello che ti lascia con l’impressione di aver mangiato un catino di cemento a presa rapida, ma stucchevole è anche la Nutella mangiata a cucchiaiate. Dopo un po’ stucca, si dice.

Per passare al piombinese un tipo stucco è uno che non si accontenta facilmente, ma potrebbe essere anche un tizio eccessivamente raffinato, una persona sazia di cibo, un uomo nauseato, un tipo ricercato ai limiti del lezioso. Nel vocabolario fiorentino troviamo la definizione di stucco come persona che non s’accontenta mai, soprattutto a tavola. A Piombino, invece, è frequente l’espressione abbinata al verbo giovare (nella forma riflessiva di giovarsene): Ah, io non me ne giovo davvero. So’ stucco!. Traduzione: Ah, io quella cosa lì che hai toccato con le mani (per esempio), oppure che hai assaggiato con un morso (altro esempio), non la mangio davvero. Sono uno parecchio raffinato! Stuccopuò essere anche un tipo annoiato, infastidito, nauseato, stufo un po’ di tutto, ma è un uso raro del termine, almeno per la nostra zona geografica. Vediamo alcuni esempi pratici dell’utilizzo del termine stucco nel senso di incontentabile, non solo nel mangiare, anche nel mondo di fare le cose (per esempio riordinare la casa, pulire, mettere a posto). Ah, lui è proprio stucco!; Madonna ma quant’è stucco? Non gli va mai bene nulla!; Un gli piace nulla, è proprio stucco!; La tu’mamma è dimorto stucca!; Com’è stucco nel vestire!; Mamma mia, è tanto stucco!... A volte l’aggettivo stucco serve anche a definire una persona noiosa, verbosa, logorroica, uno che parla tanto, che aggiunge particolari e concetti inutili a un discorso: Madonna come sei stucca! (ergo: prolissa, pallosa, noiosa). A tavola, invece, è tipica l’espressione: Se gli portano qualcosa, a seconda di chi l’ha assaggiata prima non se la mangia, perché non se ne giova, è capace di buttalla via, è proprio stucco!.

E l’espressione rimanere di stucco, invece? Quella è tutta un’altra cosa, è italiano puro e deriva dallo stucco materiale usato in carpenteria, significa restare stupefatti, immobili, imbambolati per lo sbalordimento, come vere e proprie statue di gesso. Restare di sale, di sasso, ha lo stesso significato. Si rimane imbambolati, come lo stucco nei buchi. Al tempo stesso anche essere di stucco vuol dire essere immobili e fermi, non risentirsi, mancare di vivacità (E che sei di stucco?), ma è uso italiano puro, anche se non molto frequente.

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