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Lavoro sabato 12 giugno 2021 ore 17:45

"Così Piombino rischia di chiudere"

Fratoianni (Sinistra Italiana): "La vertenza Piombino deve essere assunta direttamente da Palazzo Chigi e dal presidente del Consiglio"



PIOMBINO — “Mentre tutta Italia si sta preparando alla ripresa delle attività, il rischio sempre più concreto è che il tessuto produttivo di Piombino rimanga ancora una volta bloccato nell’incertezza più cupa. Sono nel giusto le organizzazioni sindacali dei lavoratori delle ex acciaierie Lucchini, poi Severstal poi Cevital ed ora Jsw, a protestare e ad esigere dalla proprietà e dal governo risposte chiare sul futuro".

Parole del segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni in merito alle questioni legate alla crisi del polo siderurgico piombinese e alla vertenza aperta da anni.

"Da troppi anni si affastellano improbabili imprenditori, futuristici e mai realizzati progetti di rilancio, mentre poco o nulla accade. Sono troppe le interrogazioni parlamentari, non solo nostre, che rimangono senza risposta, come rimangono un mistero le iniziative intraprese dal ministero guidato dal leghista Giorgetti. La situazione si va deteriorando sempre più, se pensiamo che anche lo stabilimento Liberty Magona rischia lo stop. E tutto questo avviene paradossalmente mentre in tutto il mondo il mercato dell’acciaio vede una forte ripresa", ha aggiunto Fratoianni annunciando la presentazione di una nuova interrogazione parlamentare al Governo. "È evidente ormai che la vertenza occupazionale ed industriale di Piombino debba essere assunta direttamente da Palazzo Chigi e dal presidente del Consiglio”.

Nei giorni scorsi era intervenuto anche il deputato Pd Andrea Romano chiedendo un cambio di passo del ministro Giorgetti sia per Jsw che per Liberty Magona. E una risposta per la questione Jsw era arrivata. "In Commissione Attività Produttive il Governo ha risposto all’interrogazione con la quale noi deputati del Partito Democratico avevamo chiesto al Governo di prendere posizione sui ritardi che il gruppo Jindal South West Steel ha accumulato nel rispetto degli impegni sottoscritti al momento dell’acquisizione dell’ex Aferpi. La risposta c’è stata ed è stata chiara: il primo piano industriale presentato dalla Jsw in Gennaio 'non chiarisce quale sia l’impegno finanziario assunto dalla proprietà in riferimento ai costi per la progettazione e realizzazione degli impianti produttivi ed è stato ritenuto, pertanto, insufficiente'. Tradotto: la proprietà deve presentare un nuovo piano industriale, se davvero ha intenzione di rispettare gli impegni. Diversamente, come abbiamo fatto notare nella nostra replica al Governo, dovrà essere compito dell’Esecutivo individuare una soluzione diversa, anche attraverso un maggiore coinvolgimento di soggetti pubblici a tutela della competitività dell’impianto ex Aferpi e a difesa dei livelli occupazionali diretti e dell’indotto, già duramente colpiti da una crisi che si protrae da troppi anni".


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