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Politica venerdì 19 marzo 2021 ore 16:51

"Dall'incontro col ministro nessuna grande novità"

Riccardo Gelichi

Gelichi: "Oggi tutti parlano con tutti grazie alla mobilitazione sindacale, ma ancora non sappiamo quali leve saranno usate per uscire dalla crisi"



PIOMBINO — "Tutti parlano con il ministro Giorgetti che ci rinnova l’impegno di occuparsi del sito siderurgico strategico di Piombino, sarebbe stato singolare avesse detto il contrario, quindi non ci sembra una grande novità. Oggi tutti parlano con tutti, grazie alla mobilitazione sindacale ma ancora non riusciamo a capire quali leve saranno usate per uscire dalla crisi, quali le priorità del breve periodo, quale strategia per il futuro, ma soprattutto non conosciamo il metodo che sarà utilizzato per garantire la presenza dello stato all’interno della compagine societaria di Jsw". 

Parole del portavoce di Ascolta Piombino Riccardo Gelichi che torna a intervenire sulle questioni dello stabilimento siderurgico di Piombino all'indomani delle dichiarazioni del presidente della Regione Toscana Eugenio Giani e del sindaco di Piombino Francesco Ferrari che hanno incontrato il neo ministro dello Sviluppo economico (leggi qui sotto gli articoli collegati).

"Abbiamo letto sulla stampa che Jindal ha un piano da 280 milioni che prevede efficientamento dei laminatoi e messa in opera di un forno elettrico, soldi dello Stato. La richiesta della proroga della cassa integrazione ci sembra ragionevole, poiché siamo ancora al punto zero, riteniamo altresì importante non perdere più tempo in dichiarazioni. Se si ritiene l’interlocutore ancora valido e questo solo un manager del settore può dircelo, valutando gli elementi proposti dal piano industriale, si dovrebbe tracciare un percorso e il relativo crono programma; poiché lo Sato decide di agire da volano economico, sarebbe opportuno la rivisitazione dell’Accordo di Programma precedente, rendendolo più vincolante. - ha osservato Gelichi - Se il ministro Giorgetti ritiene che sia importante che lo Stato entri nella filiera dell’acciaio, viste le fragilità del settore, credo sia dirimente che lo faccia con finalità precise, in un arco temporale, senza rischiare di modificare il mercato ma sopratutto sarà necessario che si agisca con un’azione di controllo diretto degli investimenti". 

"La partita diventa molto grande se ci s’inseriscono anche le bonifiche e la messa in sicurezza delle aree ex industriali, è un tema che va governato con tutte le istituzioni coese su un unico obiettivo, locali regionali e nazionali; potrebbe essere una grande opportunità per tutto il territorio perché le questioni strategiche della fabbrica si legano a doppio filo con quelle della rigenerazione urbana e delle nuove opportunità d’impresa. - e ha concluso - Fanno bene i sindacati a chiamare tutte le istituzioni e la politica su tavoli di confronto, perché il tempo degli annunci deve finire".


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