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Attualità domenica 08 marzo 2020 ore 06:31

La leggenda dello stronzolo di Orlando

Foto di Andrea Fanetti

Su #tuttoPIOMBINO “La leggenda dello stronzolo di Orlando” di Gordiano Lupi



PIOMBINO — Si chiama proprio così: stronzolo, alla piombinese. Non strunzo o stronzo, persino scoglio, come afferma qualche carta topografica cercando di mascherare un nomignolo volgare rimasto nella tradizione popolare. Adesso il nostro magico stronzolo si vede poco, è soffocato da una colata di cemento che a suo tempo abbiamo contestato, ma non c’è stato verso, sembrava che un porto turistico a Salivoli sarebbe stato un toccasana per l’economia piombinese. Niente di tutto questo è accaduto, è soltanto cambiato il corso delle maree, è stata erosa parte della spiaggia, sono stati concessi alcuni posti barca a chi ne aveva bisogno. Occasioni di lavoro poche, a parte un ristorante e qualche attività legata al turismo da diporto, i progetti faraonici sono rimasti sogni. Adesso il povero stronzolo, che prima svettava in tutto il suo fulgore al termine della spiaggia ovest di Salivoli, a chiudere il golfo, proprio sulla punta, è nascosto da cemento e barche, povera meta per arditi tuffatori e coppiette in cerca di tranquillità.

La leggenda di questo scoglio dalla caratteristica forma è legata al paladino Orlando cantato da Ludovico Ariosto, che il popolo vedeva come un gigante, visto il grande coraggio e l’ardimento in battaglia. Il nostro Orlando ha lasciato impronte e armi un po’ ovunque: dalla forma di una mano a Sovana (sopra una pietra), una sorta di testa a Pitigliano, una spada incavata nella roccia a Magliano. A Piombino è stato meno nobile, ché anche gli eroi defecano, un po’ come i ricchi piangono, ergo da noi ha lasciato un bello stronzolo al termine del golfo di Salivoli. Quindici metri di bisogno corporale non sono cosa da poco, forse è per questo che per edificare il porto pare che sia stata usata una porzione di scoglio, oppure che abbiano fatto saltare per aria una parte, perché manca almeno un terzo dello stronzolo originale. Badate bene, non vi fate ingannare dal Catasto Leopoldino del 1821, ché lo stronzolo di Orlando non è il Falconcino - lo scoglio che si trova davanti a Punta Falcone - come viene erroneamente indicato. Il solo, unico, vero, inimitabile stronzolo, pur deturpato dal tempo e dalla storia, resta a delimitare il golfo di Salivoli, racchiuso da una massicciata in cemento, memore di lunghe giornate estive, di corse di ragazzi, di baci trepidanti, di tuffi spericolati.

Eravamo bambini quando correvamo a nasconderci dietro la scogliera, poi prendevamo un coltello e raccoglievamo lampade e ricci per la spaghettata serale che una madre premurosa avrebbe cucinato. Adesso quel che resta dei ricordi sono barche a motore, puzza di gasolio, odore di maremoto, come canta il poeta. Se vuoi gli spaghetti devi ordinarli al ristorante, caro mio, lampade e ricci ormai si sono estinti.


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