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Attualità domenica 09 luglio 2023 ore 07:00

Le liriche musicali di Giacomo Panicucci

Su #tuttoPIOMBINO di QUInews Valdicornia Gordiano Lupi presenta “Le liriche musicali di Giacomo Panicucci”



PIOMBINO — Miraggi di Giacomo Panicucci andrebbe letto con sottofondo musicale, anzi, forse dovremmo ascoltarlo cantato dal suo autore, perché è poesia racconto che si fa musica, a metà strada tra la lezione di Dino Campana e Fabrizio De André passando per Rimbaud e Guccini. Ho letto questa raccolta di poesie edita da Minerva di Bologna pensando a una cosa che dai tempi del liceo mi passa per la testa: i nuovi poeti contemporanei sono i cantautori, artisti capaci di realizzare un mix efficace tra musica e parole.

Già li sento i vecchi soloni storcere la bocca in una smorfia di compassione intellettuale per dire che la canzone senza musica perde la sua funzione, non basta a se stessa, non è sufficiente a fare poesia. Non condivido per niente.

Miraggi di Panicucci è uno di quei lavori utili a dimostrare l’assunto che la poesia contemporanea è nelle mani dei cantautori. Basta ascoltare o leggere Danza di primavera e assaporare il grigio asfalto che soffoca tutti i verdi prati, il mare azzurro schernito da sogghigni neri di catrame, il cielo squarciato da ciminiere, le margherite eroiche nate tra le rughe del cemento … per capire che non esiste differenza tra canzone colta e buona poesia. Panicucci cita Dante (in una Selva dell’inquietudine, oscura, dove l’incenso della notte sparge odore di speranza) e Leopardi (con un poeta errante che canta una luna profanata da orme e bandiere), non dimentica Pascoli (il pianto innocente di una capinera / che cerca un nido che mai più ritroverà), D’Annunzio (Piove, graziosa Luna / e bagno i passi / nella cadenza di questa / scapigliata orchestra) e Campana (Il porto potrebbe essere un’appendice ai Canti Orfici, dove una mente a brandelli sente il mare belva nera gli scafi azzannare). Poesia crepuscolare e notturna, intrisa di nostalgia e di tempo perduto, ebbra di ricordi, ricca di metafore suggestive, tra Luna Park deserti che gemono rugginosi, ghiri in letargo che sognano slanci a primavera, mentre tutto dorme avvolto in un bianco sonno arcano.

Non esiste il rischio della prosa in queste liriche - canzoni, soprattutto non si cade mai nel banale e nella rima facile; la ricerca parte da una città come Piombino e la sua fabbrica della morte ma ci porta lontano, verso guerre nucleari e conflitti assurdi, ci spinge a scoprire l’altra faccia della luna. Torneremo a riveder le stelle, sembra dire Panicucci, solo dopo aver attraversato mille inferni e centinaia di purgatori, intoneremo cantici delle creature nell’era degli equilibri nucleari e lanceremo nel cielo un’ode all’innocenza. Poesia spirituale, come era spirituale la lirica di Pasolini, intrisa di una spiritualità che si fa passione politica e impegno sociale, contaminando ricordi di ballate medievali e di note gucciniane. E allora non resta che leggere la bellissima e ispirata Religio Cordis, la religione del cuore, che andrebbe ascoltata con il piano di Alessandro Lucherini in sottofondo.

Amavi il fiato caldo dell’estate, io i sospiri dell’inverno freddo,
mai siamo stati uguali in questo viaggio chiamato vita.
Coglievi fiori giù in cortile, io guardavo alla finestra scendere la pioggia
ma entrambi eravamo anime in esilio sulla stessa via.

E forse ora sai cosa c’è oltre il muro spesso tra noi due?

Fiumi indifferenti raggiungono l’oceano.
Esiste un momento eterno che sgretola anche il tempo?
La forza dell’amore che muove il Sole e l’altre stelle.

Amavo il tramonto solitario che ci libera da angosce e brame,
mentre tu aprivi gli occhi all’alba, come brina
che sui prati brilla e danza,
correvi sulla superficie, io indugiavo su vertigini abissali
ma entrambi eravamo orme impresse sulla stessa via.

E chissà se ora sai che c’è un’isola anche per noi?
Oltre quella folta nebbia che ci abbuiò i destini
siamo naufraghi dispersi dal solito diluvio.
Foglie fragili cadute che sparpagliava il vento.

Ti indicavo l’orizzonte, ma tu guardavi sempre verso riva
cosa abbiamo stretto nelle nostre ormai stanche mani?
Un pugno di sogni futili, un’ancora di fumo:
via, ci sono scivolate via soltanto chimere, illusioni, utopie.

E chissà se i nostri cuori unirà la Verità?
Al di là della ragnatela che ci intrappolò nelle sue maglie
soffocati come siamo da parole, orgoglio, maschere e ruoli
sempre rannicchiati tra paure e fili spinati di odio.

Temi cari al cinema di Antonioni - incomunicabilità, differenze abissali incolmabili, uomini come naufraghi dispersi da un diluvio -, aneliti di speranza e misteri insondabili, racconti di vita e metafore costruite con sincera ispirazione poetica. Tutto questo si apprezza anche nei lavori musicali contenuti in due ottimi CD: A che punto è la notte? (con il Vento dell’Altrove) e Fantasmagoria d’autunno (con il sax di Nedo Carli, il pianoforte di Alessandro Lucherini e il violino stile Branduardi del cantautore). Piccole scoperte che si fanno nelle notti d’estate, gioielli da cogliere in questa martoriata terra amata, poesia che si fonde alla musica, che diventa canzone, a base di colti versi intrisi di passione. A volte cerchiamo altrove quel che possediamo, basterebbe voltare l’angolo e prestare attenzione. Non ci rendiamo conto di quel che può sbocciare tra sogni e altiforni. Come diceva Fellini, se solo si facesse tutti un po’ più di silenzio quanta bellezza in più potremmo apprezzare …

Notizia sull’autore

Giacomo Panicucci (Piombino, 1985), laureato in Lettere a Pisa con una tesi su Fabio Tombari, si occupa di musica e letteratura, creando tra le due arti una suggestiva alchimia. Ha pubblicato Suite di prose liriche (2009) che ha vinto il Premio Camaiore Opera Prima (scusate se è poco!) nel 2010. Ha studiato violino. Ha fondato il gruppo musicale Il Vento dell’Altrove con cui ha pubblicato Canzoni Orfiche. Altre opere, come detto, le poesie di Miraggi (seconda silloge, meditata e compiuta) e le canzoni di A che punto è la notte? e Fantasmagoria d’autunno.

Religio cordis si può ascoltare qui:

Gordiano Lupi
© Riproduzione riservata


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