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Politica mercoledì 01 gennaio 2020 ore 14:21

"Si è presentato al lavoro 62 volte in un anno"

Per il sindaco di Grosseto puerile tentativo di ricondurre la decisione del sindaco Ferrari ad una mera strumentalizzazione politica



PIOMBINO — "Trovo la levata di scudi a difesa di Giacomo Termine l'ennesimo tentativo maldestro di una certa politica a trazione Pd, ormai lontana anni luce dal Paese reale, che lotta soltanto per i privilegi di pochi". Così il sindaco di Grosseto Antonfrancesco Vivarelli Colonna è intervenuto in merito alla non conferma della posizione di Giacomo Termine nell’organico del Comune di Piombino a conclusione del periodo di prova (leggi qui l'articolo correlato).

"Il sindaco di Piombino, Francesco Ferrari, ha infatti applicato valori che la sinistra non riesce proprio a comprendere e praticare: correttezza e merito. - ha commentato Vivarelli Colonna - Il signor Termine non è stato licenziato come si vuol faziosamente far credere. Il signor Termine non ha neanche provato a conciliare i propri impegni lavorativi con gli incarichi istituzionali: a quanto risulta, si è presentato a lavoro 62 volte in un anno. Così facendo, le sue innumerevoli assenze hanno dilatato il periodo di prova da sei a dodici mesi. Ricordiamo infatti che Termine era in prova. Come fa il sindaco Ferrari a valutare la sua capacità e la sua idoneità se non lo vede mai? I permessi di cui le cariche politiche e istituzionali godono non possono essere un motivo per non lavorare e percepire comunque uno stipendio pagato con soldi di tutti quei cittadini che, al contrario di Termine, devono guadagnarsi la pagnotta col sudore, presentandosi tutti i giorni sul posto di lavoro". 

"Come era suo diritto assentarsi, era sacrosanto diritto del Comune di Piombino non vedere andare in sofferenza i servizi comunali per cui il dipendente era pagato e quindi non confermare la sua posizione, perché è di questo che si parla: Terrmine non è stato licenziato, nessuno gli ha tolto stipendio né posto di lavoro. - ha aggiunto - Tra l’altro pare che anche a Gavorrano non brillasse per numero di presenze". E proprio nell'organico del Comune di Gavorrano dal quale aveva chiesto il trasferimento tornerà, come ha spiegato subito il sindaco di Piombino Ferrari.

E ancora: "Trovo di pessimo gusto il puerile tentativo di ricondurre la decisione del sindaco Ferrari ad una mera strumentalizzazione politica: il Comune di Piombino, non potendo valutare un rendimento inficiato dalla mancata presenza, ha deciso di non confermare il ruolo di Termine nel proprio organico, quindi nessun licenziamento". 

Il sindaco di Grosseto si domanda se in un’azienda privata, pur avendo gli stessi permessi, si manterrebbe un dipendente che lavora due mesi su 12. "Se l'equità è stata la stella polare che ha portato Ferrari alla decisione, tutti coloro che in queste ore stanno correndo al capezzale di Termine sono spinti invece dalla difesa corporativa di un mondo politico autoreferenziale e privilegiato. Un mondo immaginato come comodo e ovattato, dove tutto sia dovuto, tranne l’obbligo di sgobbare per guadagnarsi di che vivere. Un mondo irreale, lontano anni luce dai cittadini che devono faticare tutti i giorni per pagare le bollette. Provate a chiedere a quei cittadini da che parte stanno. - e ha concluso - Provate a chiedere a chi si sacrifica tutti i giorni se sia o meno giusto essere pagati per lavorare 62 giorni in un anno".

Sul caso Termine-Ferrari è intervenuto anche il deputato di Fratelli d'Italia Giovanni Donzelli. "Essere del Pd non può essere un motivo valido per non andare a lavoro. Questo signore si è presentato al lavoro otto volte in quattro mesi e pretendono anche di avere ragione. Forse qualcuno finora era abituato così grazie ad amici che glielo consentivano. Il Pd è dunque favorevole all'assenteismo? Le regole devono essere rispettate da tutti: dai cittadini comuni agli amministratori, passando per i sindacalisti. E anzi i politici devono essere i primi a dare il buon esempio. Sono preoccupato che il candidato alla carica di governatore Eugenio Giani si sia espresso in merito dimostrando di avere in mente una Toscana in cui la gente comune non trova lavoro mentre gli amici del Pd devono avere il posto garantito senza andarci".

Intanto il segretario generale Cgil della provincia di Livorno Fabrizio Zannotti in una nota ha ricordato il comma 3 dell'articolo 51 della Costituzione italiana: “Chi è chiamato a funzioni pubbliche elettive ha diritto di disporre del tempo necessario al loro adempimento e di conservare il suo posto di lavoro”. Concetto ribadito anche dal Partito Democratico in Val di Cornia che si è mobilitato per sostenere la posizione del sindaco di Monterotondo Marittimo Giacomo Termine (leggi qui l'articolo correlato). Dalla Cgil l'appello al Parlamento e al Ministro competente "affinchè si intervenga immediatamente sulla questione e si torni a garantire anche a Piombino il pieno rispetto della Costituzione".


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