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Politica sabato 11 giugno 2016 ore 08:46

Poggio all'Agnello, ora parla l'ex assessore

Martina Pietrelli, ex assessore all'Urbanistica

​Martina Pietrelli: "La situazione era nota da tempo, così come la causa milionaria. La soluzione scelta secondo me non va bene"



PIOMBINO — Sul caso dell'iter per avviare la variante al Piano Strutturale d'Area e al Regolamento Urbanistico, che permetterà alla struttura ricettiva Poggio all'Agnello di "trasformare" il 40 per cento in alloggi, interviene l'ex assessore all'Urbanistica del Comune di Piombino Martina Pietrelli.

“La situazione di crisi strutturale di Poggio all’Agnello era nota da tempo, così come la causa milionaria, oltre 9 milioni di euro di danni richiesti, che la società ha in corso con il Comune. - ha confessato l'ex assessore al nostro quotidiano - Sono sempre stata dell’opinione che l’amministrazione facesse bene a valutare nel suo complesso questa situazione. Ma la soluzione scelta, quella cioè di una variante urbanistica ad hoc, secondo me non va bene".

Cosa ne pensa della decisione presa dal consiglio comunale? "Sul piano urbanistico penso che sarebbe stato più corretto e utile introdurre una norma di carattere generale che consentisse più flessibilità nei cambi di destinazione d’uso all’interno delle strutture ricettive esistenti, mantenendone comunque il vincolo di destinazione turistica. Una norma di questo genere, prima di tutto sarebbe stata più equa perché avrebbe dato anche ad altri la stessa possibilità. E non è una cosa di poco conto, visto che la crisi economica ha colpito molte realtà turistiche, anche più piccole. Sul piano pratico, inoltre, avrebbe velocizzato il pesante iter burocratico che si avvia con la variante puntuale. Quello che il consiglio comunale ha approvato, infatti, non è la variante ma l’avvio del procedimento. Significa che per arrivare alla variante serviranno, se va bene, ancora diversi mesi, ed è molto probabile che la Regione vorrà dire la sua".

Sulla vicenda di Poggio all'Agnello pesa un contenzioso al Tar. "Per quanto riguarda il contenzioso, invece, - ha aggiunto Pietrelli - nella convenzione urbanistica approvata con l’avvio del procedimento si è scritto che la proprietà rinuncerebbe all’eventuale esito positivo della causa, se la variante andasse a buon fine. Ora l’udienza per la causa si è svolta a dicembre 2015 e, che io sappia, le parti sono in attesa di conoscere la sentenza. E’ chiaro quindi che l’esito della causa sarà noto prima dell’approvazione della variante". 

Dunque perché scrivere una clausola di questo tipo? "Senz’altro non serve ad azzerare il contenzioso e potrebbe rivelarsi dannosa, perché di fatto subordina il percorso urbanistico alla sentenza del tribunale. Molto meglio sarebbe stato gestire l’aspetto del contenzioso con gli strumenti giuridici appropriati, tenendo al riparo il percorso urbanistico da questioni che nulla hanno a che vedere con la natura e il senso della pianificazione”.

Dina Maria Laurenzi
© Riproduzione riservata


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