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Politica sabato 10 marzo 2018 ore 15:32

Divisi sull'altoforno, idee chiare dai 5 Stelle

Il Movimento 5 Stelle vuole chiarezza sul futuro dell'acciaieria di fronte a una città divisa sulla ripresa dell'altoforno. Prima, però, il piano



PIOMBINO — Altoforno si o no? Il ritorno di Jindal per l'affare Piombino ha spaccato la città sul riavvio dell'altoforno fra chi la vede come un'immediata opportunità di lavoro e chi vede nuovamente minacciata la propria salute e la possibilità di diversificazione. 

La questione non ha lasciato indifferente il Movimento 5 Stelle che ha affrontato l'argomento. 

"Negli ultimi giorni si è espressa la Fiom, dichiarandosi favorevole all'ipotesi e addirittura favorevole al temporaneo riutilizzo dell'acciaieria. Fa immediatamente seguito la lista civica del vicesindaco Stefano Ferrini che si dichiara contraria (leggi l'articolo correlato qui sotto). Noi la nostra posizione l'abbiamo resa pubblica da tempo ed il nostro no alla riaccensione dell'AFO4 è comparso diversi cicli fa, accompagnato da chiare motivazioni", ha detto il M5s in una nota.

"A fare chiarezza non sono state certo illazioni del Movimento 5 Stelle, ma le relazioni del commissario Piero Nardi il quale ci ha insegnato che lo stabilimento di Piombino ha visto spegnere il proprio AFO perché con quell'assetto l'unica cosa prodotta era una perdita di oltre 10mln al mese, generando un' esposizione verso le banche di 800 mln ed un debito complessivo che superava il miliardo. - hanno puntualizzato - Tutto ciò era dovuto a molteplici motivi, alcuni congiunturali come il costo delle materie prime, verso i quali non c'è protezione possibile, altri strutturali. Nel frattempo lo stabilimento è stato depredato dall'attuale proprietà e gli impianti ex area a caldo si sono ulteriormente deteriorati per mancanza di manutenzione, rendendo eccessivamente oneroso anche il semplice riavvio; questo impone un complesso calcolo di rapporto fra investimento e tempi di rientro".

Per i pentastellati a questo punto chi ha rilevato lo stabilimento dovrebbe spiegare "come pensa di superare questi problemi e con quali tecnologie di tutela ambientale intende farlo, ma ad oggi a nessuno è dato conoscere il piano industriale di Jindal". 

"Abbiamo la netta impressione che ormai sia ben chiaro a tutti che la maggior parte della città è sfavorevole al riavvio dell'AFO, chi ha voluto esprimere la propria contrarietà a questa ipotesi lo ha fatto da tempo; sollevare la questione adesso, prima di conoscere le reali intenzioni di Jindal ha il sapore dell'ennesima marchetta elettorale, ma che ha il solo effetto di dividere ulteriormente una città nella quale da tempo i cittadini si scontrano sul nulla più assoluto". 

Detto questo il Movimento chiama in causa anche il sindaco Massimo Giuliani invitandolo a chiarire definitivamente questa situazione, soprattutto dopo quella Variante, nota come Variante Aferpi, voluta per allontanare la fabbrica dalla città (leggi qui sotto l'articolo correlato).

E infine: "La politica smetta di cercare consenso sulle spalle di lavoratori e cittadini".


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