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Politica venerdì 03 gennaio 2020 ore 16:53

"La politica ha dei costi,quelli della democrazia"

Rifondazione: "Pensate se l’impegno politico fosse solo per chi è così ricco da permettersi di dedicare alla politica tutto il tempo senza rimborso"



PIOMBINO — “Chi è chiamato a funzioni pubbliche elettive ha diritto di disporre del tempo necessario al loro adempimento e di conservare il suo posto di lavoro". A intervenire ribadendo il comma 3 dell'articolo 51 della Costituzione è il circolo e il gruppo consiliare di Rifondazione Comunista inserendosi nel dibattito che ha acceso i riflettori sul Comune di Piombino e la decisione del sindaco Francesco Ferrari di non confermare nell'organico del comune il sindaco di Monterotondo Marittimo Giacomo Termine (leggi qui l'articolo correlato).

"La questione del licenziamento di Termine è il frutto di strategie che hanno sottratto energie alla politica rappresentativa. - si legge in una nota - I Padri Costituenti decisero che fosse necessario assicurare a tutti la possibilità di fare politica e di accedere alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza. Questo, non solo per consentire a chiunque di impegnarsi in politica anche se non è ricco, ma anche per assicurare a tutte le fasce popolari la possibilità di scegliersi democraticamente da chi farsi rappresentare. Pensate voi se l’impegno politico fosse possibile solo per coloro che sono così ricchi da permettersi di dedicare alla politica tutto il tempo che vogliono senza un rimborso. L’impegno politico richiede tempo e se si vuol adempiere al meglio all’incarico che i concittadini conferiscono, è necessario potergli dedicare le debite energie". 

"Se un eletto deve però andare a lavoro per un tempo uguale a quello di un altro cittadino, è chiaro che potrà riservare all’impegno politico, e quindi al bene dei suoi concittadini, un tempo molto limitato, come quello che si dedica ad un hobby. - hanno aggiunto da Rifondazione Comunista - Vi pare opportuno? Noi crediamo che chi amministra una comunità debba impegnarsi al massimo, anche del suo tempo, per il bene della propria città. Allora vi pare possibile che il sindaco di un piccolo comune possa vivere con 450 euro al mese? Allora è inevitabile che chi svolge una funzione pubblica debba godere dei permessi e delle altre tutele necessarie a consentirgli di bene espletare il proprio compito senza perdere il posto di lavoro. Altrimenti il sistema verrà leso nella propria struttura democratica, ossia quella di consentire a tutti di fare politica e soprattutto a tutti di scegliersi da chi farsi rappresentare. Altrimenti, come detto sopra, solo i ricchi potrebbero farsi rappresentare".

"Quello che deve esser chiaro, è che sono le fasce popolari più deboli che hanno bisogno della politica, perché i ricchi hanno già il potere economico e quindi anche quello militare: loro non hanno bisogno della politica, loro comandano già. E’ il popolo che ha bisogno della politica, per avere un apparato di regole e di istituzioni che servano a far funzionare un sistema in cui non sia la forza dei più ricchi a prevalere. Se qualcuno pensa che il peso economico di un incarico di sindaco di un piccolo comune non debba essere sostenuto dalle casse di un altro comune (e non ci addentriamo sulla discussione sistemico-solidaristica che potrebbe scaturirne), allora dovrebbe accettare che la politica abbia dei costi, perché quelli sono i costi della democrazia. E lo sono per tutti i motivi esposti sopra". 

E ancora: "Ma vi pare possibile che il sindaco di un paese guadagni un terzo dello stipendio di un impiegato che esercita le sue funzioni nello stesso comune? Allora evidentemente è necessario riaprire la discussione sui costi necessari per un sistema democratico. Invece in questi anni qualcuno ha sfruttato l’indignazione popolare generata da coloro che rubavano approfittando del proprio potere, per convincere la gente a cambiare sistema invece che cambiare le persone. Con il risultato che i ladri ci sono ancora, però in compenso è diminuita la capacità per le masse di essere rappresentate. Ci sarebbe da fare una discussione anche sul fatto che ora va a votare solo la metà degli aventi diritto. In uno stato democratico vanno a votare almeno l’80% degli elettori. Pensate che sia solo perché la gente è delusa dagli attuali partiti presenti in parlamento? Sicuramente si. Ma non solo. Dipende anche dal fatto che molti non vedono la possibilità di vedere rappresentata la propria idea. Il maggioritario è servito a questo, ma non solo il maggioritario, anche la diminuzione delle spese per i rappresentanti politici, il che ha consentito ai ricchi di continuare a fare politica perché loro non hanno bisogno di soldi, mentre i rappresentanti dei più poveri non avevano più risorse per dedicare tempo alle ricerche, alle campagne elettorali, al lavoro nelle piazze. Così si distruggono i sistemi democratici. E voi ci siete cascati con le scarpe e tutto. Incantati da Grillo e Casaleggio, pagati dai ricchi per distruggere il sistema che consentiva ai più deboli di difendersi. - e concludono - Chi non vuole vedere spender soldi per consentire ad un cittadino di dedicare il tempo necessario a fare il sindaco di un piccolo comune, si rivolga a quelli che negli anni passati hanno votato le leggi che hanno tagliato i costi della politica".


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