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Attualità lunedì 23 marzo 2020 ore 16:22

“Salute prioritaria, le fabbriche devono chiudere”

Francesco Ferrari

È il sindaco di Piombino a dirlo in virtù delle nuove misure per contrastare la diffusione del Covid-19. “Serve senso di responsabilità”



PIOMBINO — Dopo l’annuncio del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ieri sera è stato pubblicato il decreto contenente le nuove misure per contrastare la diffusione del Coronavirus. In sintesi, le attività produttive dovranno chiudere, salvo quelle indicate nell’allegato 1 del decreto. 

“Le fabbriche – ha dichiarato il sindaco Francesco Ferrari – sono inevitabilmente un luogo di assembramento quindi, nell’ottica di difendere la salute collettiva, l’unico modo per evitare che il virus si diffonda è chiudere gli impianti. Era un provvedimento atteso, forse anche tardivo, comunque sono convinto che il sacrificio di qualche settimana di chiusura sia doveroso in un’ottica di tutela della salute collettiva come assoluta priorità. Evitare gli assembramenti è indispensabile per contrarre i tempi dell’emergenza e poter ripartir a pieno regime più rapidamente. Serve senso di responsabilità e la collaborazione di tutti, sia dei cittadini che degli imprenditori. Chiudiamo oggi per ripartire più forti domani ma, comunque, superato questo momento di emergenza, servirà un massiccio intervento dello Stato a supporto delle attività e dei professionisti colpiti dalle conseguenze di questa chiusura forzata, inclusi tutti gli operatori del settore turistico. Adesso stiamo vivendo un’emergenza sanitaria senza precedenti ma domani dovremo fare i conti con le conseguenze che avrà sul tessuto economico e sociale del territorio”. 

Il nuovo decreto sospende tutte le attività produttive fatta eccezione di quelle essenziali e di pubblica utilità indicate nell’allegato 1, tutte le altre potranno continuare a lavorare solo applicando la modalità del lavoro agile. Per quanto riguarda le attività commerciali e le attività professionali, invece, restano valide le misure contenute nel precedente decreto.

“La nuove disposizioni – ha dichiarato Sabrina Nigro, assessora alle Attività produttive – interessano sostanzialmente le attività produttive, per quanto riguarda il commercio nulla è cambiato rispetto alle disposizioni precedenti. È una doverosa integrazione al precedente decreto in quanto non aveva ancora l’attività delle grandi aziende. Alcuni imprenditori avevano già sospeso la produzione autonomamente, anticipando quanto disposto dal nuovo DPCM, dimostrando grande senso di responsabilità nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori, sia dell’azienda stessa che delle attività dell’indotto. Evitare assembramenti e contatti in un ambiente come quello della fabbrica è particolarmente difficile e sono convinta che la chiusura sia l’unica strada percorribile per garantire veramente la sicurezza di tutti”.

Oltre alle tipologie di aziende indicate nell’allegato 1, restano consentite anche le attività ad esse correlate nonché i servizi essenziali e di pubblica utilità previa comunicazione al Prefetto della provincia ove è ubicata l’attività produttiva, nella quale sono indicate specificamente le imprese e le amministrazioni beneficiarie dei prodotti e servizi attinenti alle attività consentite.

È sempre consentita l’attività di produzione, trasporto, commercializzazione e consegna di farmaci, tecnologia sanitaria e dispositivi medico-chirurgici nonché di prodotti agricoli e alimentari. Resta altresì consentita ogni attività comunque funzionale a fronteggiare l’emergenza. Sono consentite le attività degli impianti a ciclo produttivo continuo, previa comunicazione al Prefetto della provincia ove è ubicata l’attività produttiva, dalla cui interruzione derivi un grave pregiudizio all'impianto stesso o un pericolo di incidenti. Le imprese che le cui attività sono sospese devono completare le attività necessarie alla sospensione entro il 25 marzo.
Sospesa, inoltre, la possibilità di rientrare nel proprio Comune di residenza o domicilio e lo spostamento in un Comune diverso da quello in cui ci si trova attualmente se non per comprovati motivi di lavoro, salute o assoluta urgenza.

Intanto a Piombino i sindacati hanno indetto lo sciopero dei metalmeccanici e scritto a Prefetto, Regione e Comune per ottenere la stop delle attività in fabbrica (leggi qui sotto l’articolo correlato).


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