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Politica venerdì 23 marzo 2018 ore 09:20

Discarica, cosa è successo prima del sequestro

Il Movimento 5 Stelle ha voluto ripercorrere tutte le tappe e le scelte politiche che secondo loro hanno portato all'attuale situazione



PIOMBINO — "L'ennesima tegola sulla questione discarica di Piombino", così i 5 Stelle della Val di Cornia (Piombino, Campiglia e Meetup di San Vincenzo) hanno commentato il sequestro degli impianti Rimateria a Ischia di Crociano.

"Il nostro timore è che, come sempre accade, a pagare il prezzo di questa oggettiva malagestione, di cui la politica è responsabile, saranno i cittadini", hanno detto in una nota congiunta volendo spiegare i risvolti che si ripercuotono sulla città partendo dalle responsabilità politiche.

"Prima responsabilità politica: tutto inizia dall'esposizione debitoria di circa 20 mln accumulata da Asiu attraverso la controllata Tap, un'esposizione generata da alcune scelte impiantistiche infruttuose. A tutto questo i nostri amministratori hanno sempre risposto con la volontà di mantenere basse le tariffe non facendo gravare il debito sulle stesse, peccato che non si tratti di una scelta in quanto la legge impedisce di caricare in tariffa qualsiasi costo non direttamente legato allo spazzamento e raccolta. Seconda scelta politica: Suddividere la Regione in grandi Ato dietro alla promessa di mai attuate economie di scala. In quella fase la politica ha scelto di scorporare gli impianti (leggasi discarica) che sono rimasti in carico ad Asiu, debito compreso, mentre la parte produttiva dell'azienda legata allo spazzamento e raccolta è confluita in Sei, oggi commissariata per le vicende giudiziarie a tutti ben note. Terza scelta politica: per non costringere i Comuni soci a ricapitalizzare il debito di 20 mln, con tutte le facilmente intuibili conseguenze, si è scelto di dare vita a Rimateria nella quale è confluita Asiu. Rimateria nasce con un nobile e condivisibile intento, cioè quello di essere lo strumento per l'attuazione delle bonifiche del Sin e di intraprendere una politica di recupero di rifiuti secondo il principio di prossimità, rivolgendosi principalmente alle attività siderurgiche che avrebbero avuto un vantaggio nel conferire le proprie scorie in impianti limitrofi".

Ad oggi il debito non è scomparso, "ma è stato dimezzato - hanno aggiunto - innalzando la discarica di 6 metri in un anno con rifiuti provenienti da tutta Italia, il tutto in un impianto che la Regione stessa certifica non essere a norma da tempo" (leggi qui sotto gli articoli correlati).

La nostra azione in Consiglio Comunale sarà trasparente e chiederemo la fattibilità di quelle operazioni, a partire dai carotaggi, che permetteranno di stabilire in modo univoco cosa sia successo non appena le Autorità competenti daranno conferma di accessibilità all’area sequestrata", hanno concluso criticando il tentativo dei sindaci di spostare l'attenzione sui ritardi dell'adeguamento della discarica tradotto in un comunicato che mai i pentastellati si sarebbero aspettati di vedere sottoscritto anche dal sindaco Giuliano Parodi.


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