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Lavoro sabato 09 giugno 2018 ore 14:38

Camping Cig scrive al neo ministro Di Maio

Ecco la lettera indirizzata al ministro 5 Stelle Luigi Di Maio per chiedere di "entrare in prima persona nel merito della vicenda"



PIOMBINO — Il Coordinamento Art. 1 - Camping Cig ha firmato una lettera aperta diretta al ministro Luigi Di Maio per invitarlo alla discussione sul piano industriale di Jindal e sul nuovo Accordo di programma.

Riportiamo la lettera in versione integrale:

Egregio Sig. Ministro Di Maio,
le scriviamo a nome di un gruppo di lavoratori e cittadini piombinesi, denominato “Coordinamento Art. 1 – Camping CIG” , per invitarla a venire quanto prima nella nostra città, colpita dalla nota vicenda della crisi del locale stabilimento siderurgico, ove sono in gioco più di 3000 posti di lavoro; vicenda ora giunta alla delicatissima fase della cessione delle acciaierie dal gruppo algerino Cevital-Aferpi al gruppo indiano Jindal South West Steel (Jsw).

Siamo molto preoccupati. Dopo che Mise e amministrazioni locali hanno perso inutilmente ben quattro anni nella conduzione fallimentare della fase precedente (quella a gestione Cevital-Aferpi), con l’unico risultato di far degradare gravemente l’assetto impiantistico e commerciale della fabbrica, la vicenda è stata sottoposta ora ad una brusca, quasi forsennata e poco trasparente accelerazione, da parte del ministro uscente Calenda, delle amministrazioni locali Pd (regionale e comunale) e della stessa JSW, quasi si voglia chiudere in fretta e furia la partita, impedendo al nuovo governo di entrar nel merito ma impedendo anche ai lavoratori e cittadini di rendersi conto delle scelte che si stanno compiendo sulle loro teste.

Sig. Ministro, la esortiamo caldamente a “fermare subito i giochi” e ad entrare in prima persona rapidamente nel merito della vicenda, se si vuole evitare di trovarci tutti, a cose fatte, con una polpetta avvelenata, letale per noi, per la nostra città, per il suo Governo, e per il Paese. Stanno tentando di concludere una complessa e delicata partita senza che i lavoratori, i cittadini e loro rappresentanti sindacali e istituzionali siano messi in grado di esaminare dettagliatamente il piano industriale dell’impresa (di cui sono state messe a disposizione solo scarne “linee giuda”), piano sul quale devono necessariamente fondarsi i successivi Accordo Sindacale e Accordo di Programma. Quest’ultimo dovrà definire non solo le questioni impiantistiche e occupazionali ma anche quelle urbanistiche, infrastrutturali e ambientali che investono fortemente tutta la città. Tra l’altro siamo, oltre che Area a Crisi Complessa, anche un S.I.N. di notevoli dimensioni, con grandi aree da bonificare e liberare, secondo linee di sviluppo che molti a parole condividono e che noi vorremmo diventassero concreta azione politico-amministrativa: acciaio pulito e di qualità, eco e socio-compatibile, in un territorio bonificato e reso disponibile per una diversificazione economica, in modo che la produzione di acciaio non entri in contraddizione con lo sviluppo delle altre vocazioni naturali del territorio, come i traffici portuali, l’economia legata al mare (diportismo piscicultura etc), turismo balneare, culturale e sportivo, agricoltura di qualità, piccola e media industria innovativa etc.

Il ministro Calenda, in una sua visita a Piombino (febbraio 2018) effettuata per aggiornare la cittadinanza sulla evoluzione delle trattative, promise che non avrebbe dato il suo assenso al subentro della nuova multinazionale, se non vi fosse stata prima la possibilità di esaminare approfonditamente un piano industriale esauriente e che sarebbe venuto a Piombino a discuterne pubblicamente con lavoratori e cittadini. Così non è stato. Si sta cioè ripetendo lo stesso drammatico errore già commesso quando lo stabilimento fu svenduto a Cevital praticamente su vaghe promesse, senza impegni precisi e senza vincoli cronologici tassativi che prevedessero penali efficaci in caso di inadempienza.

Sig Ministro, le forze attualmente al governo si sono espresse più volte nel senso di una inversione di rotta in tema di difesa degli interessi nazionali e del nostro patrimonio industriale, anche mediante una ripresa del ruolo dello Stato nel promuovere politiche industriali di sviluppo fondate sul rilancio di una spesa pubblica produttiva, eliminando sprechi e ruberie. Siamo quindi in attesa di assistere ad un concreto cambio di rotta nella gestione della grave crisi del nostro territorio.

In un recente passato Lei ha già mostrato interesse e disponibilità per la complicata vicenda piombinese, quando ebbe un incontro (febbraio 2017) con i locali rappresentanti della sua forza politica (tra cui alcuni appartenenti al nostro gruppo) ove ebbe a sostenere che, nel caso ci fossero state serie difficoltà con un investitore privato, sarebbe stato necessario pensare ad un investimento dello Stato. Anche l’attuale Ministro Salvini, in occasione di una sua visita a Piombino per un comizio elettorale nel febbraio 2018, ebbe a sostenere che, se il privato non avesse presentato un buon piano industriale, sarebbe stato necessario procedere alla nazionalizzazione.

Riteniamo che, se vogliamo che “politica industriale” e “salvaguardia dell’industria nazionale” non restino parole vuote, nei settori strategici per il Paese (quale sicuramente è la Siderurgia) lo Stato non possa restare completamente esterno alla gestione delle maggiori aziende che condizionano tutto il mercato. Nel caso specifico, JSW acquisterà l’impianto siderurgico (e buona parte di preziose aree retroportuali) al costo di diverse decine di mln, mentre lo Stato ne sborserà qualche centinaio, sotto varie forme di agevolazioni e contributi. Riteniamo che ogni euro sborsato dalla parte pubblica debba tradursi in peso nella gestione aziendale, cioè in partecipazione al capitale, unico strumento per concretizzare il dettato Costituzionale, secondo il quale la proprietà privata dell’impresa deve comunque assicurare la funzione sociale della stessa (artt. 41, 42, 43 della Costituzione), in quanto a stabilità di occupazione, rispetto dei diritti del lavoro e rispetto dell’ambiente.

Signor Ministro, nell’esortarla ad accettare il nostro invito ci permettiamo di suggerire alcuni degli obiettivi che ci paiono ineludibili:

1) obbligare l’azienda a fornire tempestivamente un completo e dettagliato piano industriale e finanziario da mettere a disposizione di tutte le componenti istituzionali, sindacali e associative in campo;

2) assicurare tempestivamente la Sua presenza in Piombino per un confronto ampio e partecipato sul piano industriale e sul successivo e conseguente Accordo di Programma;

3) verificare che negli accordi siano inserite clausole precise e cadenzate, efficaci e rigorose di penali cui l’imprenditore debba sottostare in caso di inadempienza agli accordi;

4) assicurare la prosecuzione della sorveglianza ministeriale per l’intero periodo necessario alla realizzazione del Piano, anche aumentando le quote di partecipazione pubblica al capitale, pronti anche alla temporanea gestione totalmente pubblica in caso di inadempienze gravi;

5) assicurare il mantenimento dei livelli occupazionali nel settore siderurgico piombinese e nel suo indotto, garantendo anche la prosecuzione degli ammortizzatori sociali con copertura economica pari a quella già in essere, per tutto il periodo necessario alla realizzazione dell’intero programma di rilancio.

Nell’augurio di averla quanto prima tra noi, restiamo in attesa di un suo cortese riscontro.


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