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Attualità martedì 19 aprile 2016 ore 16:28

Criticità e tensioni nel reparto maledetto

La commissione regionale ha rilevato inadeguatezza nell'organizzazione e nella gestione del rischio nel reparto sono stati uccisi 12 pazienti



FIRENZE — Presentazione nella sede del Consiglio regionale dei primi risultati della commissione d'inchiesta istituita dall'assessore alla salute Stefania Saccardi sul reparto di rianimazione dell'ospedale di Piombino, l'unità operativa dove lavora l'infermiera accusata di aver ucciso 12 pazienti con bombe di eparina, mentre un tredicesimo paziente si è salvato e un altro ancora è deceduto per cause diverse.

La commissione, presieduta da Riccardo Tartaglia, ha evidenziato che "il modello organizzativo dell'unità operativa è risultato inadeguato, non tanto nelle prevenzione dell'evento doloso quanto nell'osservazione, verifica e gestione del rischio".

"La bassa percezione del rischio rispetto a ciò che stava accadendo ha fatto sì che nessun decesso sia stato considerato come un evento sentinella - ha spiegato la commissione - il che avrebbe comportato una segnalazione al Centro gestione rischio clinico e al Ministero della salute e quindi un approfondimento immediato".

"Le carenze si sono aggravate soprattutto negli ultimi cento giorni del 2014 in concomitanza con l'avvicendamento delle figure dirigenziali di riferimento per il reparto  - ha spiegato ancora la commissione - E' in questo periodo che non risultano sufficientemente approfonditi i casi di alterazione anomala e improvvisa della coagulazione nei pazienti deceduti. L'approfondimento avvenuto successivamente sul primo decesso avvenuto del 2015 non ha preso in considerazione la revisione di casi precedenti, cosa che invece avrebbe avuto rilevanza pur mancando i dati di laboratorio relativi all'eparina".

La Regione Toscana sta quindi procedendo a una riorganizzazione del sistema del rischio clinico in tutta l'area di Livorno. Nel caso dell'ospedale di Piombino sono stati inviati nel reparto di rianimazione un medico e un infermiere esperti di terapia intensiva che, per almeno sei mesi, affiancheranno il personale in servizio per renderlo più consapevole del rischio clinico. I lavoratori riceveranno ache assistenza psicologica.

"Siamo costernati che tutto questo sia accaduto in un buon sistema sanitario come il nostro - ha dichiarato l'assessore regionale alla salute Stefania Saccardi - In Toscana però le terapie intensive funzionano:  secondo i dati dell'istituto Negri, nel 2014 oltre l'80 per cento dei reparti di rianimazione ha un numero di decessi significativamente inferiore ai quelli attesi a livello nazionale. E la mortalità è del 6 per cento più bassa della media italiana".

Nei prossimi mesi la Regione promuoverà per tutti i dipendenti dei piccoli ospedali periodi di "esperienza" in centri di maggiore complessità. "In assenza di meccanismi fornativi adeguati - ha spiegato la commissione d'inchiesta - i piccoli ospedali corrono il rischio di subire un progressivo impoverimento delle competenze professionali di chi ci lavora".

"Si tratta di fare una riflessione non solo su come prevenire questi episodi - ha dichiarato il consigliere regionale Pd ed ex sindaco di Piombino Gianni Anselmi - ma anche su come conservare un alto livello di preparazione nel personale che non lavora con i volumi dei grandi centri. Non si deve pensare di fermare i piccoli ospedali, nessuno pensa di farlo, ma dobbiamo garantire il miglior livello di servizio possibile".


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