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Cultura mercoledì 03 giugno 2020 ore 08:52

"La cultura a Piombino merita di più"

E' l'appello lanciato da un gruppo di personalità che ruotano attorno al mondo della cultura locale e che hanno firmato un manifesto per il rilancio



PIOMBINO — "Piombino è stata a lungo una città culturalmente viva, che ha saputo coniugare la dimensione industriale con progetti, iniziative e figure culturali che l’hanno posta all’attenzione del contesto locale, nazionale e internazionale. I licei e le altre scuole, il cinema, il teatro, le librerie, il valore documentario di archivi e biblioteche, una tradizione musicale e artistica, la presenza di scrittori e editori, l’archeologia, i parchi e il patrimonio culturale diffuso sono stati l’espressione e al tempo stesso il crogiuolo della modernità piombinese per buona parte del ‘900". 

Così hanno esordito nel documento per il rilancio della cultura piombinese i promotori, che riportiamo in ordine alfabetico, Tiziano Arrigoni, docente e storico, Enrico Beni, editore, Pino Bertelli, fotografo, Federico Botti, cantautore, Marco Bracci, sociologo, Fabio Canessa, critico letterario e cinematografico, docente, Maurizio Canovaro, presidente associazione Teatro dell’Aglio, Mauro Carrara, storico locale, Francesca Della Monica, cantante e pedagoga della voce, Stefano Fontana, artista, Gabriella Dell’Agnello Tognarini, docente, Pablo Gorini, presidente Unitre, docente, Paola Grillo, documentarista e docente, Gordiano Lupi, editore e scrittore, Irene e Marco Mezzacapo, musicisti e docenti di musica, Pino Modica, artista, Francesca Palla, presidente Arci e docente, Vittorio Pineschi, presidente associazione Samarcanda, Riccardo Pocci, artista e docente, Ciro Ricciardi, docente e artista, Eraldo Ridi, artista ed educatore, e Stefania Stefanini, editrice.

"Dagli inizi del nuovo secolo la crisi industriale è stata accompagnata da un declino culturale, che non ha spento le energie intellettuali e artistiche, ma le ha progressivamente confinate, individualizzate, frammentate, rese meno visibili e sempre più marginali nelle politiche e nelle pratiche urbane. - si legge nel documento - I Parchi della Val di Cornia, con Populonia, il Museo di cittadella e il Castello inseriti nel più ampio sistema territoriale strategico anche dal punto di vista dei beni ambientali, e il recupero della memoria e documentazione sulla storia operaia e siderurgica nell’ambito delle attività dell’Archivio storico comunale, sono stati negli ultimi decenni i due progetti salienti, visti anche dall’esterno come linee qualificanti di una visione strategica sui beni culturali. Oggi, proprio nella fase in cui la cultura dovrebbe rappresentare la base per un’uscita dalla crisi industriale, assistiamo invece ad una ulteriore involuzione delle politiche culturali, sempre più caratterizzate dalla logica deformante dell’evento e sempre meno guidate da una coerente visione strategica di crescita culturale della comunità". 

"Siamo preoccupati", hanno confessato i promotori sottolineando lo stallo per il progetto della biblioteca, del polo culturale, delle questioni legate alla Parchi Val di Cornia e al futuro dell'archivio storico.

"Come esponenti del mondo della cultura cittadina sollecitiamo quindi l’apertura di un dibattito tra tutti i soggetti interessati a qualificare le attività culturali e la gestione dei beni culturali, auspicando politiche all’altezza delle tradizioni della città come luogo di cultura. - hanno inviato - Dal canto nostro ci impegneremo ad elaborare una mappa della cultura a Piombino, in modo da rendere visibili e rimettere in rete non virtualmente, ma realmente i soggetti e le energie presenti nei vari ambiti".

"La cultura a Piombino merita di più: - hanno concluso - per il suo valore universale come strumento di crescita democratica e civile della società, ma anche, in primo luogo, come leva strategica per un rilancio della città e del territorio". Il gruppo è aperto ed è possibile aderire al manifesto inviando una mail all’indirizzo culturapiombinese@gmail.com.


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