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Attualità domenica 21 aprile 2024 ore 09:12

Auguri a Chelotti, difensore nerazzurro

Gennaio 1972 Piombino-Torino 1-5, Chelotti anticipa Toschi

Su #tuttoPIOMBINO di QUInews Valdicornia Gordiano Lupi festeggia i 75 anni di Fabrizio Chelotti. Foto di Giovanni Gualersi e Fabrizio Chelotti



PIOMBINO — Domenica 14 Aprile ha compiuto gli anni non solo il grande Aldo Agroppi ma anche una bandiera del calcio locale, Fabrizio Chelotti, nato nel 1949, entrato da poco nel settantacinquesimo anno di età. Fabrizio non è un calciatore da trascurare in un’ipotetica trattazione dei migliori difensori che hanno calcato il manto (un tempo) erboso del Magona.

Fisico brevilineo, all’apparenza gracile, in realtà spietato francobollatore del miglior attaccante avversario, cursore infaticabile dai polmoni d’acciaio. Non ne parlo per sentito dire, Chelotti l’ho visto in campo, certo non ai tempi della Dinamo (1963 - 64) e neppure del Settore Giovanile a Campiglia (dal 1964 al 1967), ché ero troppo piccolo, ma quando ha cominciato a giocare nel mio Piombino ho perso poche gare disputate tra le mura amiche e ne ho viste diverse in trasferta. Il primo campionato in nerazzurro Fabrizio lo gioca nel 1967/68 agli ordini di Remo Lancioni, è un diciottenne di belle speranze e la serie D guarda in faccia, le presenze sono soltanto 6, con debutto a Viterbo il 24 marzo 1968 (vittoria in trasferta per 2 a 0), accanto a quel macigno umano chiamato Edo Topi. Nel 1968/69, sempre in serie D, il Piombino comincia con Remo Lancioni, poi si affida a Gino Ieri con la consulenza della vecchia gloria Dante Pepi, ma non evita la retrocessione, pur se la squadra è buona: Innocenti, Topi, Lavarello, Tacchi (Chelotti), Vemati, Cioni, Ennas, Bianchi, Arrostini, Maletta, Veneziani. Fabrizio gioca ben 16 gare su 34, viene impiegato in tutta la seconda parte del campionato, al posto di Cioni o di Tacchi, che sono avanti con gli anni e soffrono gli acciacchi del mestiere. Per me è un anno importante, il primo che entro allo Stadio Magona, comincio a giocare nel Nagc (Nucleo addestramento giovani calciatori) e non mi perdo una partita del Piombino. Il 24 novembre 1968, quattro giorni prima del mio compleanno, mio padre mi fa un bel regalo, che da tempo chiedevo, compra i biglietti e mi porta alla partita. Purtroppo vedo il Piombino perdere contro il Quarrata (dove gioca il mitico Gonfiantini) per due reti a zero. Chelotti indossa la maglia numero 6, sostituisce Cioni, ed è nella prima formazione che vedo in campo al Magona: Innocenti (Nannini dal 67’), Topi, Lavarello, Fommei, Vemati, Chelotti, Puntoni, Parola, Tortelli, Veneziani, Bianchi. Da quel giorno odio il Quarrata con tutto me stesso - sportivamente, s’intende, l’ho persino arbitrato … -, quelle maglie giallorosse rovinano la festa dei miei otto anni. Adesso penso che erano davvero altri tempi: un bambino chiede come regalo di compleanno il biglietto per vedere la partita del Piombino. Fabrizio continua a giocare in nerazzurro anche in Promozione - al tempo non esiste l’Eccellenza - categoria dove milita dal 1969/70 al 1976/77, sette stagioni importanti nella storia del topolino nerazzurro, intervallate da un anno di sosta (1970/71) con il Saxa Rubra, causa servizio militare. Il Piombino 1969/70 è allenato da Gino Ieri, vede il ritorno di Enzo Badiani con l’innesto di giovani interessanti come Mazzaccherini e Nannini (presi dal Venturina). Fabrizio Chelotti totalizza 18 presenze, i nerazzurri arrivano sesti, fallendo l’obiettivo di tornare in serie D. Nel 1970/71 cambia la presidenza, arriva Gino Volpi, ma le ambizioni non sono ridimensionate, si ritira Badiani e Cioni finisce al Venturina, mentre alla guida tecnica troviamo Guido Ansaldi; per fortuna si scopre un centravanti come Valeri che con i suoi 14 gol evita la retrocessione ai nerazzurri che giungono quintultimi. Chelotti non gioca perché è a Roma a fare il servizio militare, ma viene dato in prestito al Saxa Rubra(Promozione laziale), per restare in attività. Nel 1971/72 Gino Volpi vorrebbe riportare il Piombino in serie D, chiama in panchina una vecchia bandiera della B come Piero Fiorindi che si avvale della collaborazione di Ansaldi. Tornano Costanzo (il sub divorato da uno squalo) e Pierozzi, arrivano Zecchini e Viacava, due ottimi giocatori, Bianchi è il leader, ma per due punti perdiamo il tram degli spareggi promozione. Chelottiviene utilizzato poco da Fiorindi, solo una presenza in casa contro Le Signe (3 a 1 per noi) come terzino sinistro, accanto a Topi. Nel 1972/73 si ricorda un’amichevole di lusso contro il Torino di Agroppi, finita 5 a 1 per i granata, con gol di Valeri su rigore, dove Chelotti gioca nel secondo tempo e se la deve vedere niente meno che con il bomber Toschi. In campionato l’allenatore - giocatore Roberto Gori (portiere di Livorno e Lazio) viene esonerato dopo cinque turni, complice una debacle a CastelnuovoGarfagnana (5 a 0), soprattutto per non aver capito lo spogliatoio e l’ambiente. Torna Fiorindi ma il campionato resta da centro classifica, con Chelotti che conta 24 presenze. Il Piombino va alla grande in Coppa Italia e viene eliminato al terzo turno alla monetina dopo due risultati identici contro i sardi del Thiesi. Piero Fiorindi resta alla guida dei nerazzurri nel 1973/74, Chelotti passa un anno travagliato con soltanto 7 presenze, perché il mister nel ruolo di terzino gli preferisce Pucci e Medda; la squadra non va oltre un decimo posto che garantisce una risicata salvezza. Le ambizioni sarebbero state ben altre, perché il Piombino aveva comprato Pallavicini, Del Sante e D’Aurelio in attacco, Faggiani e Renzoni per difesa e centrocampo. La stagione si ricorda per il ritiro di Edo Topi, dopo 300 gare in nerazzurro (ma non smetterà con il calcio), e per il lancio tra i pali del giovane Marcello Cardinali (dopo l’abbandono di Costi). A fine stagione (19 agosto) scende al Magona anche la Fiorentina di Picchio De Sistiper un’amichevole di lusso (finita 11 a 1) giocata da Chelotti solo nel secondo tempo. Le stagioni più belle che Fabrizio passa nel Piombino devono arrivare. Titolare inamovibile nel 1974/75 con il nuovo Presidente Renzo Finucci (un galantuomo) e un allenatore atipico come l’avvocato livornese Nicola Ponzio, sostituito in corso d’opera da Emilio Reami, che guadagna la salvezza battendo la capolista Pontedera (1-0) in uno storico incontro al Magona sotto una pioggia torrenziale. È la stagione dell’amichevole del 2 giugno contro la Juventus campione d’Italia - ne abbiamo parlato spesso - con Chelotti che si prende la soddisfazione di marcare (nel primo tempo) Anastasi e (nel secondo tempo) un giovanissimo Paolo Rossi, non ancora Pablito ma già un predestinato, commenta Fabrizio. Roberto Pucci, invece, controlla niente meno che José Altafini, l’uomo degli ultimi minuti, che in campionato segna gol decisivi in zona Cesarini. La partita finisce 4 a 1 per i bianconeri, il nostro gol lo segna Bianchi con una punizione perfetta che sorprende Piloni. La stagione 1975/76 è bellissima, il Piombino di Reami sfiora la promozione in serie D, la manca per colpa di una decisione federale avversa, giunge terzo mentre passano tra i semiprofessionisti Cerretese e Cecina. Stagione da incorniciare con partite che vedono un Magona pieno all’inverosimile, soprattutto per le gare di cartello contro Cecina, Rosignano, Venturina e Cerretese. Chelotti sempre tra i migliori in campo non manca quasi mai: 27 presenze, perché una sua caratteristica è la grande correttezza, raramente ammonito, quasi mai espulso, inoltre subisce pochi infortuni. Altra amichevole di lusso, questa volta contro la Sampdoria di Marcello Lippi, vede i nostri ragazzi in bella evidenza, soprattutto Luciano Bianchi che disputa una stagione da bomber. Ma il Piombino più bello, quello dei miracoli, scende in campo nel 1976/77: Ficagna, Pucci, Medda, Orsini, Faggiani, Vivoli, Di Pietro, Rossi, Bianchi, Pallini, Biagini. Nella seconda parte del campionato arriva anche Flavio Ronchi dal Livorno e comincia a vincere le partite da solo (16 presenze e 11 reti). Peccato che in quel Piombino, che ritorna in serie D dopo una lotta strenua contro il Fucecchio, Chelotti possa giocare solo 5 partite, in ogni caso fa parte del gruppo. Allenatore un signore come Fabrizio Barontini, ex calciatore del Pisa, che prende il Piombino plasmato da Reami e lo porta al successo. Fabrizio Chelotti non segue i nerazzurri tra i semiprofessionisti, ma chiude la carriera agonistica nel 1977/78 all’Isola d’Elba, sempre in Promozione, tra le fila dell’Audace Portoferraio guidata da Piero Arrostini, ex bandiera nerazzurra, con ben 26 presenze. Fabrizio smette a 29 anni, integro fisicamente, si dedica a un’attività amatoriale con la squadra della Pubblica Assistenza, frequenta tornei di calcetto e campionati UISP. Il calcio è parte della sua vita, anche se non ha mai voluto fare l’allenatore.

Fabrizio Chelotti mi ha confidato: “Posso solo dirti dell’emozione provata in occasione del mio esordio, vittorioso, ancora giovanissimo, a Viterbo, e di trovarmi accanto calciatori come Vannoni, Coscetti, Parola Vemati, Topi, Agostini, Pannocchia, che le domeniche precedenti andavo ad ammirare al Magona (con la Juniores si giocava il sabato). Sono una persona che ha sempre inteso lo sport come un valore nobile, fatto di impegno e sacrifici quotidiani, ho praticato nuoto pallanuoto e atletica. Agli studenteschi facevo gare di velocità, fondo, staffette … grazie a un fisico che mi permetteva di esprimermi al meglio in diverse discipline. Per me il calcio (lo sport in sé) ha significato coltivare amicizie nel rispetto dei compagni di squadra e degli avversari”.

Tanti Auguri a Fabrizio Chelotti per i suoi 75 anni! Un esempio di vero sportivo per i nostri giovani…

Le foto sono state fornite da Giovanni Gualersi, autore di Almanacco nerazzurro, e da Fabrizio Chelotti (collezione privata).

Gordiano Lupi
© Riproduzione riservata


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