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Attualità domenica 15 gennaio 2023 ore 07:52

Caro Massimo, ti scrivo

Da sx a dx Massimo Mazzei, Livio Pianaccioli, Gordiano Lupi (1978) a

Su #tuttoPIOMBINO di QUInews Valdicornia, Il ricordo di Massimo Mazzei firmato da Gordiano Lupi



PIOMBINO — Caro Massimo ti scrivo, così per distarmi un po’ e siccome sei molto lontano - davvero troppo - più forte ti scriverò. Sei venuto a trovarmi la scorsa notte, non comprendo il motivo, ricordo che mi rimproveravi di non aver mai scritto niente sulla nostra amicizia, nonostante gli anni passati insieme. E io che mi rimprovero di non esserci stato quando avresti avuto bisogno, di essermi limitato a dire poche parole in memoria, nella nostra sezione arbitri frequentata per anni con passione.

Caro Massimo, te ne sei andato in silenzio proprio mentre io partivo, quando son tornato non c’eri più, hai lasciato una compagna, un lavoro, un mondo che amavi, le tue partite, il campo di gioco, una divisa, inutili gagliardetti di squadre.

Scrivere di te è ricordare un uomo semplice, proprio per questo eccezionale, un buon ragazzo, compagno di tutti, amico sincero che sapeva stare allo scherzo. Scrivere di te è ricordare quando ti facemmo trovare una busta con una finta promozione alla categoria superiore; ti rendesti conto della burla e organizzasti una festa mettendo in tavola pasticcini corretti al Guttalax, aiutato da Dario Magnani e dal dottor Valdisalici. Scrivere di te è rammentare un giorno a Staffoli a bordo d’una vetusta Opel Kadett, quando andavamo insieme ad arbitrare, tu a Ponte a Cappiano, io a Fucecchio, un incidente in curva, l’auto che procede a stento. Far tardi con la macchina che arranca per salite, partite che cominciano con ritardi di mezz’ora, uno spettatore gridare, al primo fischio indigesto: “Sei arrivato tardi, ora fai pure lo stupito!”. Tornando a casa immancabili soste a mangiar porchetta nei bar preferiti, taverne di paese anni Ottanta, raccontare avventure mai vissute, esagerare situazioni in campo, ricordare ammoniti, espulsi, calci di rigore non fischiati.

Eri famoso come arbitro casalingo, non era mica vero, stavi al gioco, scherzavi su questa cosa, certo ricordo che dicevi col sorriso: “Se la squadra di casa perde qualche punizione a favore va fischiata…” e capitava che arbitravi il risultato. Ma chi non l’ha fatto … e soprattutto che importa? Soprattutto adesso. Conta il tuo ricordo, scrivere la storia d’un arbitro di calcio che non entrerà nella storia, protagonista d’una piccola storia, una vita consumata in fretta.

Rammento i sabati pomeriggio in corso, fare avanti e indietro pensando alla partita della domenica, mangiare torta di ceci comprata al Pomodoro, castagne dal caldarrostaio in angolo tra Cassa di Risparmio e Sempione, incontrare Attilio Calcaprina ed Ennio Della Schiava, ricordare il calcio del passato, ascoltare consigli.

Caro Massimo, non perdevi mai la calma, qualsiasi cosa accadesse, sorridevi e guardavi avanti, dritto verso il futuro, un futuro che è durato troppo poco, un rapido soffio di vento ti ha tagliato i ponti con la vita.

Passare la domenica libera da impegni nel nostro Magona, mangiare semi e noccioline, lupini e addormenta suocere, tifare Piombino - io con passione un po’ eccessiva, tu con misura come tuo carattere - in ogni caso sperando che vincessero le maglie nerazzurre. Ti ho perdonato persino d’esser stato juventino, pensa te, il tuo unico difetto, caro Massimo, che ogni tanto ti rivedo sull’impalcatura della ditta edile dove un’estate ho lavorato anch’io per arrotondare la paghetta, ma anche a bordo del furgone Mukkilat quando consegnavi formaggi e salumi. Ti fermavi, avevi sempre la battuta pronta, a quel tempo ero assistente in serie C e vice presidente degli arbitri, seguivo ragazzi sui campi, cercavo d’insegnare a dirigere una gara (sempre che sia possibile), e quando serviva un buon maestro, paziente e disponibile, pensavo a te, che avevi appeso il fischietto al chiodo e facevi l’osservatore. Quanto tempo è passato, caro Massimo, quante altre cose avrei da scriverti ma per adesso può bastare, ché l’anno vecchio è finito, il nuovo è già arrivato, credo proprio che non ci saranno trasformazioni, non ci saranno grandi novità, salvo l’incertezza di sempre, il non sapere come finirà.

Nella foto Massimo Mazzei (insieme a Gordiano Lupi, nel 1977 al Carburo di Portoferraio). Massimo Mazzei è stato un arbitro di calcio della sezione Piero Pepi di Piombino (adesso Aldo Bacci), ha diretto gare della Lega Nazionale Dilettanti, fino all’Eccellenza, ha fatto l’osservatore regionale e il dirigente sezionale. Da alcuni anni si celebra un Memorial Massimo Mazzei che vede protagonisti gli arbitri delle varie sezioni italiane sfidarsi in un singolare torneo di calcio.

Gordiano Lupi
© Riproduzione riservata


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