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Attualità domenica 06 maggio 2018 ore 07:00

​Il fantasma di Alessandro Appiani

La copertina del libro di Gordiano Lupi

Su #tuttoPIOMBINO Gordiano Lupi ricostruisce l'uccisione del principe Alessandro I Appiani. Questa la prima di tre parti della Piombino leggendaria



PIOMBINO — A Piombino la figura storica del principe Alessandro I Appiani è circondata da un alone di leggenda. Tutto comincia con il suo assassinio datato 28 settembre 1589. Il fatto ebbe risonanza internazionale perché riguardava la violenta eliminazione del capo di un piccolo stato che aveva una grande importanza economica e strategica per la sua posizione geografica. 

La storiografia ufficiale ci tramanda l’assassinio di Alessandro come conseguenza del comportamento frivolo e dissoluto del principe. Rifiutiamo questa facile spiegazione, confortati dalla documentata ricerca storica di Mauro Carrara

L’episodio non fu una sollevazione popolare contro un signore dispotico, né la vendetta di una famiglia insorta per garantire l’onore di una propria componente. Fu invece una congiura ordita dalle più importanti famiglie piombinesi con la partecipazione della moglie Isabella di Mendoza e di Don Felix de Aragona, il comandante del presidio spagnolo che da tempo aveva una relazione con la principessa. Furono proprio gli spagnoli a occultare le prove della congiura e a impedire la condanna dei responsabili, anche perché alla morte di Alessandro il potere passò nelle mani di Don Felix che lo esercitò tramite Isabella, reggente del figlioletto Iacopo VII. 

Il comportamento di Alessandro verso i suoi sudditi in realtà non fu così dispotico come si è voluto far credere e l’unica debolezza che si può imputare al Signore riguarda la sua grande passione per le donne. Arrogante fu invece il presidio della guarnigione spagnola di stanza nel principato, un vero e proprio padrone in terra straniera. Per questo motivo i rapporti tra Alessandro e Don Felix furono pessimi, al di là della scandalosa tresca tra la moglie Isabella e lo spagnolo. 

La morte di Alessandro fu violenta e atroce. Il fattaccio accadde in via Tra Palazzi (oggi via Giuseppe Garibaldi), all’angolo di via di Malpertuso. Il principe venne ucciso da cinque sicari con colpi di archibugio e quindi finito con pugnali e alabarde. Ancora oggi nella strada del centro storico di Piombino c’è una lapide che recita: “Sotto il ferro dei congiurati, complice Isabella sua moglie, qui cadde estinto Alessandro I Appiani, signore di Piombino, la notte del 29 settembre 1590” (in realtà la vera data è il 28 settembre 1589). 

Dice la leggenda che Alessandro, colpito a morte, si sorresse a quella lapide per cercare scampo dai suoi assassini. I vecchi piombinesi narrano che tra le mura delle case dove avvenne l’eccidio si odono ancora i lamenti di Alessandro. Ogni anno, verso la fine del mese di settembre, il suo spirito torna a infestare una casa disabitata di via di Malpertuso. Torna per accusare la moglie e i falsi amici, per chiedere che venga salvato il figlio dalle mani degli spagnoli. 

Ma forse sono soltanto leggende. Storie narrate dai vecchi tanti anni fa.

Domenica prossima la storia romanzata del suo assassinio.

Gordiano Lupi
© Riproduzione riservata


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