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Politica lunedì 04 maggio 2020 ore 19:59

"Migliorare i servizi socio-sanitari di base"

Medici in corsia (Foto di repertorio)

Italia Viva richiama all'appello i progetto per le Case della Salute e propone un visione nuova per l'assistenza nelle case di riposo



PIOMBINO — I coordinamenti Italia Viva della provincia di Livorno e Valdicornia-Elba sono intervenuti sull'organizzazione dei servizi sanitari nel nostro territorio e riportano l'attenzione sulle Case della Salute.

"Quella da Coronavirus è solo l’ultima pandemia che colpisce il mondo. Altre ce ne saranno. Preparare le comunità a contenere i danni vuol dire, secondo noi, sviluppare ancora di più i servizi sanitari di base e quindi migliorare complessivamente l’assistenza. - hanno evidenziato in una nota - Possiamo infatti dire che le strutture ospedaliere hanno svolto la loro funzione, grazie al sacrificio e alla dedizione degli operatori sanitari, pur a fronte della assoluta novità e pericolosità di questo virus. Quelle veramente in difficoltà sono state le strutture di prevenzione del contagio e quelle extraospedaliere dove i medici di famiglia si sono sentiti soli ed hanno pagato, anche in termini di vite umane, un pesante contributo".

"Servono quindi strutture nuove per la medicina di base e per la prevenzione; - hanno sottolineato - queste strutture dovevano essere le Case della Salute dove concentrare i servizi di diagnostica semplice, di integrazione tra medici di famiglia, servizi infermieristici e socio-sanitati, di prima emergenza e di orientamento sanitario per tutti i cittadini. Sulla realizzazione delle Case della Salute abbiamo, in Toscana e nella nostra Usl, un ritardo non giustificabile. La Regione analizzi le cause che ci hanno fatto perdere anni cruciali e prenda i necessari provvedimenti. Organizzare Livorno città su quattro Case della Salute, avviare i lavori per quella di Piombino e quella di Venturina e per quella di Rosignano per la bassa Val di Cecina e rivedere l’organizzazione dei servizi sanitari di base all’Elba sono il modo per onorare quei nostri concittadini che sono morti di Covid-19", hanno detto.

"Il Coronavirus - hanno aggiunto - ci insegna anche che l’assistenza nelle Case di Riposo deve essere riservata in via di principio ai non autosufficienti e che invece, per le persone anche con limitata autosufficienza, l’assistenza ed il supporto domiciliare sono la forma più umana, meno costosa e più efficace di tutela. Serve, un nuovo modello di assistenza ai più anziani, che a livello provinciale si organizzi un servizio di geriatria più efficiente, anche a supporto dei medici di famiglia, che rimangono la colonna portante della medicina di base. Serve anche maggiore integrazione tra i servizi erogati dalla parte pubblica con quelli erogati dai privati. Proponiamo di estendere le convenzioni regionali con i centri di diagnostica e specialistica per ridurre le attese e la pratica della medicina difensiva". A ciò aggiungono l'importanza di corsi di specializzazione per badanti e personale per l'assistenza e l'assistenza sociale per i soggetti economicamente deboli. Una serie di azioni che migliorino complessivamente i servizi socio-sanitari di base.


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