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Elezioni 2020 venerdì 18 settembre 2020 ore 17:57

"Invitalia bancomat dei privati"

Lorenzo Gasperini

Il candidato consigliere della Lega Lorenzo Gasperini ha commentato in una nota la presentazione del piano industriale Jsw



PIOMBINO — "Per ora la notizia è che siamo fermi al punto di partenza: molte promesse ma per la produzione dell’acciaio e il riassorbimento dei lavoratori non c’è niente di fatto. 13 anni di Accordi di Programma e siamo ancora alle buone intenzioni", parole del candidato consigliere della Lega Lorenzo Gasperini.

"Non era bastato alla parte pubblica rinunciare nel 2018 al risarcimento di 80 milioni di euro per inadempimenti di Aferpi, con una misera transazione da 500mila euro con cui si è pensato di poter chiudere il danno enorme prodotto alla città, ai lavoratori, al futuro di Piombino con l’operazione Rebrab presentata da Enrico Rossi e dal Pd; ora si viene a Piombino a presentare il nuovo piano industriale, con qualche slide, promettendo l'ingresso dello Stato tramite Invitalia nell'azionariato con 30 milioni di euro perché Jsw non ha per ora ottemperato alle previsioni del 2018 con investimenti propri. - ha commentato in una nota - La verità è che ancora una volta si viene meno alle premesse e alle promesse sbandierate per la campagna elettorale 2018 e una società privata, dopo ulteriori proroghe e richieste con le quali guarda caso si arriva proprio alle porte delle elezioni regionali, scarica parte del costo sulla cassa pubblica presentandola come una vittoria del territorio. I lavoratori e i sindacati chiaramente non ci sono cascati e vogliono vederci chiaro".

"Dal mio punto di vista - ha aggiunto - il rischio è di assistere ancora una volta ad una prospettiva di lavoro scarso per la città, con la privatizzazione dei guadagni e la nazionalizzazione dei debiti. Speriamo che non sia così. Se di statalizzazione si deve parlare allora sia statalizzazione vera, fatta per portare utilità pubblica, al territorio e ai lavoratori, ammesso che in Italia lo Stato sia ancora in grado, per classe politica e burocratica, di operare con una qualche efficacia nel contesto produttivo. Per ora si vedono solo rinvii cronologici elusivi, sempre più richieste di impegno pubblico e sempre meno impegno privato, in un contesto di totale incertezza. Vogliamo ricordare, tra le altre cose, che il vice presidente plenipotenziario di Jsw Steel Italy è Marco Carrai, personaggio ricorrente nelle peripezie politiche di Matteo Renzi nel nostro Paese. I dubbi che emergono sull’operazione presentata a Piombino purtroppo sono molti".

"Oltre 10 anni di accordi di programma, non solo con Jsw, ovviamente, senza mai un risultato che abbia portato alla produzione di acciaio, il lauto emolumento del Commissario straordinario della procedura, l’approfondimento che chiediamo di fare sul prezzo della materia prima che JSW acquisisce all’estero anziché in Italia con costi/tonnellata che potrebbero risultare superiori rispetto al prezzo su altri mercati. - ha proseguito - Oggi lo Stato vuole utilizzare denaro pubblico per far andare avanti un progetto societario privato che non ha fin qui garantito niente delle prospettive di riassorbimento occupazionale (a fronte di un oneroso impegno dello Stato per la Cig e di troppo lunghi sacrifici per i lavoratori che hanno visto ridurre sensibilmente il proprio bilancio familiare), finanziando un progetto che Jsw doveva realizzare con risorse proprie (o, meglio, con meno risorse pubbliche di quante oggi vengono richieste e proposte), ipotizzando peraltro la cessione delle banchine a Fincantieri con l'orizzonte quindi di un utilizzo cantieristico e non di commercializzazione dell'acciaio da produrre a Piombino. Indipendentemente dalle intenzioni, che rimangono di foro interno, è da registrare che certo mondo privato ottiene comunque dall'occupazione stagnante del sito di Piombino una diminuzione della concorrenza complessiva sul mercato produttivo e commerciale europeo. Abbiamo in passato assistito, nel Paese, a operazioni di acquisto, trasferimento del know-how e chiusura di importanti poli produttivi, anche strategici. Oggi si utilizzano 30 milioni di euro di risorse pubbliche per garantire chi per ora non ha fatto niente per il territorio ed ha secondo Forbes una patrimonialità che tocca vertici di livello mondiale, mentre le PMI italiane, anche quelle della Val di Cornia, si fanno prendere a schiaffi per avere 25.000 euro di prestito in banca".

"Non vorremmo che si trattasse dell'ennesimo caso di nazionalizzazione del debito e privatizzazione degli utili, come ha ipotizzato anche il Sindaco, mentre lavoratori e ambiente a Piombino rischino di rimanere in secondo piano come sempre accaduto. - e ha concluso - Ma a pochi giorni dalle elezioni regionali Marco Carrai e il Sottosegretario Morani non potevano non essere presenti con un’altra 'bella promessa' per il lavoro di Piombino. Speriamo non sia la solita operazione elettorale, noi tifiamo comunque per la siderurgia italiana e per il lavoro e condividiamo le perplessità dei sindacati. Intanto ricordiamo che con gli 80 milioni chiesti ad Aferpi per le inadempienze e a cui poi si è rinunciato transando per soli 500mila euro, oggi avremmo potremmo realizzare molte delle cose di cui invece ci si limita a parlare e promettere". 


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