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Attualità martedì 18 giugno 2019 ore 18:50

Punto nascita, Ferrari chiama Regione e Asl

Chiesto un incontro con il presidente Rossi, l'assessora Saccardi e la direzione Asl dopo la decisione sul futuro del punto nascita di Villamarina



PIOMBINO — Il sindaco Francesco Ferrari è intervienuto in merito alla notizia della prossima chiusura del punto nascita di Villamarina.

“Avevamo duramente e più volte denunciato questo pericolo in campagna elettorale. Ora sappiamo che avevamo ragione, nonostante le notizie di tutt’altro tenore che erano state diffuse immediatamente prima del voto. Adesso abbiamo la responsabilità di governo e lotteremo per far sentire la nostra voce in Regione", ha commentato Ferrari che ha già chiesto un appuntamento al presidente Rossi, all'assessore Saccardi e alla direzione generale dell'Asl.

"Il nostro obiettivo è quello di difendere in tutti i modi i servizi essenziali sul nostro territorio, sia il punto nascita ma anche pediatria, ginecologia e il potenziamento del consultorio per garantire la qualità della vita dei nostri cittadini e presidiare la nostra identità. - ha aggiunto in una nota - Il governatore della Toscana nei suoi recenti comunicati aveva rassicurato tutti dicendo che era in corso un sollecito da parte della Regione al Ministero della Salute per ottenere una deroga che, a Piombino manca da anni. Anni in cui, nonostante la normativa prescrivesse che ogni punto nascita dovesse avere una sala parto attigua alla sala operatoria, e si può comprendere il perché, nessuno ha fatto niente. Le deroghe, del resto, dovevano servire proprio a consentire ai singoli presidi ospedalieri di conformarsi ai dettami della legge".

"E’ chiaro - ha aggiunto Ferrari - come a questo punto sia difficile reperire personale medico e sanitario disposto ad andare a lavorare in una struttura non rispettosa della normativa e destinata a chiudere. Adesso non potrà arrivare nessuna deroga, anzi: le recenti verifiche disposte dal Ministero hanno riscontrato la mancanza dei requisiti minimi del punto nascite; da qui il parere negativo giunto proprio dal Ministero. Anche a Piombino, come in altri ospedali che infatti la deroga ministeriale l’hanno ottenuta da tempo, dovevano essere pretesi investimenti che permettessero l’adeguamento strutturale e di personale. Se quel reparto chiuderà non è per il numero esiguo dei parti ma per un mancato rispetto dei requisiti di cui la politica locale si deve assumere la responsabilità". 

"L’unico modo per continuare a far nascere i figli a Piombino - ha concluso - sarà quello di lottare per la qualità di un servizio e per il rispetto delle normative piuttosto che per ottenere una qualche deroga”.


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