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Lavoro lunedì 18 gennaio 2021 ore 09:46

"Il destino di Jindal è a un passo dal baratro"

Claudio Lucchesi

L'Ugl è tornato a denunciare la situazione dello stabilimento Jsw Steel Italy e sottolinea la necessità di convocare il Consiglio di fabbrica



PIOMBINO — "Il destino di Jindal è a un passo dal baratro e rischia di trascinare con il suo fallimento 2mila lavoratori, compreso l'indotto, e un intero territorio", a denunciarlo sono Vincenzo Tuvè Rsu Jsw Uglm e Claudio Lucchesi segretario Utl-Ugl Livorno.

2Nell'ultima assemblea dei soci è emersa una perdita di 59 milioni di euro nel bilancio chiuso a Marzo scorso. A Settembre si sommano altri 12 milioni. In più, da fonti giornalistiche, sembrerebbero esserci ulteriori perdite con la chiusura del bilancio 2020. Un'azienda che non ha fatto investimenti, con nessuna intenzione di farli se non con denaro pubblico. Senza un piano industriale a breve potrebbe essere a rischio la Cig di 1.500 lavoratori e non solo, rischiano anche i pochi appalti dell'indotto rimasti, con potenziali nuovi licenziamenti. E potrebbe paventarsi uno scenario simile anche per quei 3-400 dipendenti che in questo momento stanno continuando a lavorare. Lavorando tra l'altro in uno stabilimento che cade a pezzi e che avrebbe bisogno di maggiore e continua manutenzione", questa la fotografia che hanno scattato.

"Il Governo, che si è impegnato ad entrare nella gestione di Jsw, ad oggi non ha ancora comunicato ufficialmente come e quando concretizzerà il suo intervento. Oggi, vista la crisi politica in atto dopo le dimissioni degli esponenti di Italia Viva, cosa accadrà? Questa drammatica situazione non può continuare ad essere vissuta nell'attesa", hanno aggiunto i due esponenti Ugl che come sindacato ha proposto alle altre organizzazioni sindacali di convocare in tempi brevi il Consiglio di Fabbrica per discutere e mettere in piedi delle assemblee di confronto con i lavoratori.

"Purtroppo ad oggi non abbiamo avuto risposte in tal senso dagli altri rappresentanti dei lavoratori. Se Piombino non diventerà un caso nazionale, con iniziative e mobilitazioni forti, saremo destinati a finire nel girone degli ignavi", hanno concluso.

Un appello simile nei giorni scorsi è stato lanciato dal Camping Cig (leggi qui l'articolo collegato).


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