Attualità

Agricoltura e sostenibilità, focus Val di Cornia

Presentato il paino sperimentale di Transizione per la Sostenibilità atto finale del progetto Nexus Ecosystem Lab

E’ stato presentato nei giorni scorsi presso la sala cinema Sefi di Venturina Terme il Piano Sperimentale di Transizione per la Sostenibilità in Val di Cornia 2023. Atto finale del progetto Nexus Ecosystem Lab Val di Cornia finanziato nell’ambito del programma PRIMA che ha visto come capofila il professor Rudy Rossetto della Scuola superiore Sant’Anna di Pisa.

Durante la presentazione è stato proposto un piano frutto di studi e confronti, volto a raggiungere la neutralità energetica e un’agricoltura più resiliente in grado di sopportare i cambiamenti climatici.

Focus dunque nell'orto della Toscana dove dall’analisi è emerso che in Val di Cornia stanno cambiando le colture in atto. Nel 2018 al carciofo, tipico della Val di Cornia, veniva dedicata una superficie di 326 ettari, appena cinque anni dopo la stessa è ridotta a 190,9 ettari. Nello stesso periodo il melone è passato da 285 a 148; lo spinacio addirittura da 241 ettari a poco oltre i 24 ettari con una riduzione del terreno coltivato di oltre l’89%. A fare eccezione è solo il pomodoro passato in un quinquennio da 161 a 246 ettari. Colpevoli la ridotta disponibilità di acqua, gli elevati costi di produzione che sovraccaricano gli agricoltori, l’eccessiva burocrazia e lo scarso ricambio generazionale. 

Per far fronte alle difficoltà e favorire il rifiorire dell’agricoltura, il progetto NEXUS-NESS ha l'obiettivo di proporre un modello di sostenibilità ambientale, sociale ed economica per la Val di Cornia al 2030 attraverso un esperimento di pianificazione integrata e partecipata di risorse preziosissime come l’acqua, l’energia e dei processi di produzione agricola.

Una vera e propria coprogettazione, come evidenziato da Rudy Rossetto, per la quale è stato richiesto e presentato il quadro analitico dell’attuale situazione in Val di Cornia. La sostenibilità è una delle sfide principali del mondo agricolo, e in quest’ottica il progetto vuole favorire soluzioni per le aziende toscane per aumentare l’efficienza irrigua e la competitività internazionale del settore agricolo, considerare l’agricoltura come elemento centrale e introdurre varietà innovative in grado di adattarsi ai cambiamenti climatici.

Cia Etruria ha seguito con entusiasmo ed impegno l’intero percorso del progetto. “E’ necessario intervenire per salvare un settore che mostra sempre meno appeal nelle nuove generazioni - ha detto Marino Geri, responsabile Val di Cornia Cia Etruria - basti pensare che i dati in nostro possesso dichiarano che in Val di Cornia le aziende Cia con età anagrafica del titolare over 60 rappresentano il 60%, mentre la fascia più giovane, under 40, è inferiore al 10%. Da notare che negli anni è molto cambiata anche la produzione che da sempre contraddistingue questo territorio facendo registrare una diminuzione di quasi tutte le colture”.

“E’ necessario investire sull’agricoltura - ha aggiunto Cinzia Pagni, presidente Cia Etruria - e sugli incentivi che possono stimolare i giovani ad avvicinarvisi. Come Cia Etruria plaudiamo a questo Piano Sperimentale e a qualsiasi contributo possa arrivare dal mondo della ricerca universitaria”.

Un punto importante affrontato da tutti i relatori è stato infine l’agrivoltaico. Ma Cia Etruria ha detto chiaramente la sua: “Se per avere la neutralità energetica si deve investire in pannelli fotovoltaici preferisco rinunciare alla neutralità, specie in un momento in cui dopo la crisi industriale il territorio sta puntando sul settore turistico”, ha detto Geri.