Attualità

A Venturina la prima famiglia del progetto Sai

Accolta la prima famiglia afghana nell’appartamento in uso al progetto Sai. Avviato l’iter che la accompagnerà verso l’autonomia

Venturina

Si concretizza l’adesione del Comune di Campiglia alla Rete dei Comuni che afferiscono al progetto Sai che vede capofila il Comune di Rosignano e come ente gestore Arci Comitato Regionale Toscano.

Lo scorso 29 Giugno è stata accolta la prima famiglia afghana nell’appartamento in uso al progetto Sai. Composta da quattro persone, tra cui due bambine in età scolare, la famiglia è ospite in un appartamento a Venturina Terme. Il padre, già cuoco nel paese di origine, ha trovato lavoro nella zona e le bambine frequenteranno da Settembre le scuole dell’istituto comprensivo Marconi. Arci sta seguendo, di concerto con il Comune di Campiglia, tutti gli step che la famiglia ha intrapreso ed intraprenderà verso la costruzione di una propria dimensione di vita autonoma. I prossimi passaggi saranno l’attivazione di un corso di potenziamento per quanto riguarda la lingua italiana, nonché eventuali corsi di formazione professionale per i due genitori. Per le due minori saranno attivate, anche grazie ad un lavoro di rete, attività extra scolastiche, fondamentali per un corretto sviluppo della socialità delle bambine e uno dei principali vettori per l’inserimento nella Comunità dell’intero nucleo familiare.

La finalità del progetto Sai, infatti, è proprio quella di accogliere nuclei familiari in modo diffuso sul territorio a garanzia di un inserimento e di un’inclusione sociale piena, a vantaggio di chi è dovuto fuggire dalla guerra così come della comunità locale nell’ottica di un positivo scambio umano e sociale. Questa prima famiglia arrivata nel comune rimarrà nell’alloggio del Sai fino a quando, 6 mesi o più se necessario, avrà terminato il percorso per raggiungere un'autotomia sociale ed economica. L’alloggio sarà a disposizione per altre famiglie afghane in fuga.

“Un importante risultato raggiunto sul fronte dell'integrazione e dell'inclusione. – ha spiegato l’assessora alle politiche sociali Elena Fossi -. Una famiglia sottratta alla guerra che grazie ad aiuti internazionali riesce a trovare una propria dimensione in un altro paese, con altre abitudini, con altra lingua. Per tutta la famiglia sarà un percorso in salita nella consapevolezza che, da oggi in poi, potranno contare su una comunità inclusiva pronta a cogliere il valore delle differenze e a superare insieme le difficoltà. Molto la nostra comunità deve fare ancora sul fronte delle discriminazioni, ma siamo sulla buona strada. Per parte nostra ci stiamo mettendo tutto l'impegno possibile affinché le nuove generazioni possano avere tutte le medesime opportunità”.