Politica

Piano cave, "non c'è niente da studiare"

Il Gruppo 2019 ha invitato la sindaca Ticciati a mantenere gli impegni della campagna elettorale. "Far valere i vincoli a tutela del patrimonio"

"La Regione ha individuato la Val di Cornia, e i Comuni di Campiglia Marittima e San Vincenzo in particolare, come il secondo sito regionale per le attività estrattive. Trenta milioni di metri cubi nei prossimi vent’anni con un aumento superiore al 20 per cento del minerale prelevato sulle medie storiche registrate, ampliamenti insostenibili dei giacimenti delle cave e territorio di fatto asservito a quest’attività". Così il Gruppo 2019 è intervenuta in merito al Piano cave della Regione Toscana.

"Per le nostre comunità significa che il futuro è fatto di cave. - hanno aggiunto - Un settore in crisi, che impiega sempre meno occupati ed ha bisogno urgente di Amministrazioni che pianifichino la riconversione. L’alternativa è assistere passivamente alla progressiva e inesorabile crisi occupazionale (già in atto da decenni) e all’irreparabile devastazione del patrimonio ambientale e paesaggistico della Val di Cornia. Dire che chi si oppone al distretto regionale delle attività estrattive sia contro il lavoro è esattamente il contrario della realtà: chi permette di destinare le nostre colline ad un’attività esauribile, non rinnovabile e che impiega sempre meno occupati, si oppone alla creazione delle centinaia di posti di lavoro che in questo territorio possono svilupparsi con la valorizzazione delle nostre risorse e rischia di arrivare alla fine delle attività estrattive senza aver saputo o potuto pianificare alcunché di alternativo".

Quale destino dunque per la Val di Cornia? Alla sindaca Alberta Ticciati l'invito a "mantenere fede agli impegni assunti in campagna elettorale e, attraverso gli strumenti che il Comune ha a disposizione, deve far valere i vincoli a tutela del patrimonio della comunità che rappresenta ed impegnarsi nel rilancio delle politiche di riconversione economica ormai abbandonate da anni".