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"La vicenda della lapide un caso sintomatico"

Alla risposta dell'assessore sullo stato di salute della targa, il Comitato vuole approfondire la questione specie dopo tutto il tempo trascorso

"La vicenda della lapide di Alessandro Verrazzano del 1503 staccatasi dal pozzo-cisterna pubblico dietro il Palazzo Pretorio, ha dimostrato che per essere certi di avere una risposta dal Comune di Campiglia è bene che i cittadini si rivolgano ai carabinieri. Ormai siamo all'assurdo che un'Amministrazione si permette di rispondere, solo sul profilo Facebook di un assessore, ad una domanda sul destino di un bene pubblico, dopo ben 105 giorni e solo perché la cosa è andata sui giornali".

Così il Comitato per Campiglia, dopo la denuncia sulle sorti della targa di Verrazzano, ha commentato quanto risposto dall'assessore Jacopo Bertocchi sui social (leggi l'articolo correlato).

"Qualcuno, a questo punto, potrebbe dire che la stiamo facendo troppo complicata per un caso così piccolo rispetto allo sfascio del centro storico, ma invece è un esempio sintomatico che fa capire molto bene la gravità del problema della diffusa incuranza, faciloneria e ignoranza che caratterizza la politica generale della tutela del patrimonio monumentale e culturale nel Comune di Campiglia Marittima", hanno aggiunto.

Così il Comitato per Campiglia ha deciso di approfondire la questione e per questo cercheranno di capire meglio quanto il Comune ha fatto fino adesso per sollecitare il restauro. Sì la targa sarà "viva e vegeta" come ha detto l'assessore, ma "con molte fratture scomposte e comminute nei recessi dei magazzini comunali", aggiunge il Comitato.