Attualità

Sì al linguaggio di genere, lo dice anche la prof

A illustrare gli sviluppi della lingua italiana la professoressa Robustelli che ha condotto un incontro sul tema a Campiglia

Un momento dell'incontro

La grammatica italiana non è un’opinione, con buona pace di chi sostiene che “sindaca” sia cacofonico. Con questo slancio si è svolto a Campiglia Marittima un pomeriggio di studio dedicato al linguaggio di genere. L'evento, organizzato dall'Ordine dei Giornalisti e da Fidapa con il patrocinio del Comune, è stato inserito nel calendario della formazione professionale continua dei giornalisti data l'attualità della tematica e l'evoluzione della lingua italiana.

“Il linguaggio di genere: le necessità dei tempi e la lingua italiana” ha visto un’articolata lezione della professoressa Cecilia Robustelli, docente all’università di Modena e Reggio Emilia, collaboratrice dell’Accademia della Crusca e autrice di testi di linguistica che approfondiscono proprio l’argomento legato al genere nella lingua italiana. 

Quante volte ci siamo trovati di fronte a termini declinati al maschile ma riferiti anche a donne? Basti pensare a sindaco, medico e avvocato che se riferiti a donna dovrebbero essere sindaca, medica e avvocata.

Il ruolo socialmente prestigioso si associa all’uomo e così il genere femminile è stato a lungo dimenticato, questi termini femminili però non solo esistono e si possono usare, ma si devono usare se vogliamo esprimerci in un italiano corretto perché, come ha spiegato la professoressa Robustelli, l’uso del maschile in sostituzione del femminile comporta una lunga serie di errori grammaticali nel volgere della frase e spiacevoli fraintendimenti nella comunicazione sia scritta sia verbale. 

Insomma, è finito il tempo in cui l’emancipazione femminile trovava sbocco nella 'maschilizzazione' della donna. Ora che la donna ha conquistato i suoi ruoli è bene che vengano riconosciuti anche a parole. 

Stando all’analisi del linguaggio, però, c’è ancora strada da fare per raggiungere la parità effettiva che è, ovviamente, cosa diversa dall’uguaglianza tout court poiché non omologa, ma valorizza le differenze: uomini e donne non uguali ma pari. 

Ma oggi il linguaggio quotidiano deve fare i conti ancora con espressioni "patate bollenti" e "cicciottelle olimpiche" che di parità e rispetto dei sessi poco sanno.

Durante l'incontro sono intervenute anche la giornalista Silvia Motroni, consigliera dell’Odg, la sindaca di Campiglia Rossana Soffritti e la presidente della Fidapa Neda Caroti.