Attualità

Stazione di Campiglia, in una lettera cosa non va

È il Comitato per Campiglia a chiedere aggiornamenti in merito al restyling della stazione recentemente inaugurati e all’area circostante

L’architetto Alberto Primi del Comitato per Campiglia ha scritto una lettera aperta alla sindaca Alberta Ticciati a seguito di un sopralluogo alla stazione di Campiglia Marittima. La stazione, in questi giorni, è tornata argomento di dibattito visti i recenti interventi di restyling promossi da Rfi e Regione (leggi qui l’articolo correlato) e lo stato in cui attualmente si trova.

Riportiamo integralmente la lettera:

L'occasione di andare ad accogliere alcuni amici che arrivavano a Campiglia, mi ha dato lo spunto per rifare un giro e vedere i lavori alla stazione inaugurati poco tempo fa e lo stato di attuazione della lottizzazione mai completata: in pratica il biglietto da visita di Campiglia Marittima e Venturina Terme.

Per quello che riguarda la stazione non ho capito perché le FFSS, oltre al rialzamento dei marciapiedi e sistemazione di pensiline, ascensore, servizi igienici, si siano limitate ad interventi sull'edificio centrale lasciando da rimbiancare e risistemare i corpi di fabbrica a destra e sinistra dell'ingresso nonché il deposito dell'acqua e l'edificio sottostante con il risultato di sottolineare la cattiva manutenzione di due terzi del complesso.

Vorrei sapere se è previsto il completamento dei lavori di risistemazione oppure l'opera è da considerarsi finita così come è senza edicola o distributore di giornali, con tanti spazi da destinare al commercio ma chiusi e vuoti, e con un bar neppure ben segnalato.

A questo strano modo di intendere il restauro della stazione si accompagna la totale assenza di agenti della Polizia ferroviaria o di altri in grado di intervenire in caso di necessità e di dare assistenza e un senso di sicurezza permanente a chi usa la ferrovia specialmente in orari notturni.

Quanto alla Lottizzazione del Consorzio Valdicornia Servizi, nulla è cambiato e semmai è peggiorato, dato il degrado che anni di mancata manutenzione hanno causato alle strade di questa specie di agglomerato semiabbandonato. È solo un fulgido esempio di previsione urbanistica sbagliata e di operazione economica priva di qualunque studio preventivo, che fa una pessima pubblicità al paese tutto e alla Val di Cornia di cui la stazione di Campiglia è nodo ferroviario fondamentale.

Nel nuovo Piano Strutturale e nel nuovo Piano Operativo occorrerà cancellare tutte le previsioni di sviluppo di una lottizzazione che risale al 1999 e più volte inutilmente rinnovata fino al 2013, lasciando in essere solo quelle realizzabili e indispensabili a costruire un disegno urbano minimamente accettabile.

Nel frattempo e in anni di attesa, sarebbe meglio piantumare a pioppeto tutta l’area di circa mq.8.500 lungo la strada parallela alla ferrovia e che porta alla stazione, (dove oltretutto non è stata prevista edificazione). Stesso trattamento andrebbe fatto all'area di mq.4.500 posta di fronte all'ingresso della stazione sulla quale era prevista la realizzazione di due edifici, ma ormai abbandonata. Il pioppo è un albero a veloce crescita, che permetterebbe di dare in tempi brevi una sistemazione leggibile a questo caos fatto di aree abbandonate, di edifici mai finiti o mai iniziati e ad un albergo fantasma che per ora si è salvato perché affittato fino a poco tempo fa a cooperative di accoglienza di migranti e rifugiati. Un complesso di mq. 13.000 di alberatura darà un contributo al miglioramento della qualità dell'area e potrà essere sempre utilizzato come biomassa, inoltre con un minimo d’illuminazione potrà garantire un'area verde sicura e gradevole all'occhio di chi arriva e dei pochi che lì abitano o lavorano.

Mi rendo conto che l'intreccio tra proprietà privata e possibili interventi dell'amministrazione pubblica renderà non facile una soluzione che però, con la attività di convincimento dei privati e magari con la previsione di facilitazioni ammissibili, potrebbe essere rappresentata da una locazione provvisoria ad un soggetto terzo che realizza i pioppeti e ne sfrutterà il legname fino al momento in cui i tempi saranno maturi per una soluzione urbanistica definitiva.

Infine rimane il problema delle sistemazioni esterne della stazione evidentemente progettate da chi ha poco a che fare con i treni. Per accogliere gli amici, anziani come il sottoscritto e con bagagli, ho dovuto infatti fermare l'auto davanti all'ingresso, mezza su strada e mezza sul marciapiede per il tempo necessario a caricare le persone che aspettavano al sole.

A regola avrei dovuto lasciare la macchina in uno dei due parcheggi, magari a pagamento, fare duecento metri a piedi sotto il sole, per fortuna non di agosto, e ripetere il tragitto, in gruppo con bagagli, per recuperare l'auto. Mi sono dimenticato di dire che logicamente manca anche un servizio di facchinaggio.”