Cultura

Svelati i segreti della miniera di Temperino

Questo è stato possibile grazie a uno specifico progetto che ha utilizzato la radiografia muonica per lo studio approfondito del sito minerario

Concluso il progetto MIMA-SITES, coordinato dall’INFN Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e cofinanziato da Regione Toscana con il FSE 2014-2020 e dalla Parchi Val di Cornia SpA, nella miniera di Temperino di Campiglia Marittima all'interno del Parco di San Silvestro che ha utilizzato la radiografia muonica per uno studio approfondito del sito minerario. 

Il progetto, coordinato dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), ha coinvolto anche ricercatori e ricercatrici dei Dipartimenti di Fisica e Astronomia e di Scienze della Terra dell’Università di Firenze e dell’Istituto di geoscienze e georisorse del Consiglio Nazionale delle Ricerche.

La radiografia muonica, anche detta muografia, è una tecnica non invasiva analoga alla più conosciuta radiografia a raggi X, che utilizza una radiazione naturale presente nell’atmosfera terrestre, quella dei muoni, per l’imaging di strutture materiali medio-grandi, con dimensioni che possono andare dal metro fino ad alcune centinaia di metri. I risultati hanno mostrato che grazie alla radiografia muonica è possibile ricavare informazioni importanti per la valorizzazione di miniere di valore storico-culturale e turistico, per effettuare valutazioni utili alla loro messa in sicurezza e all’identificazione di nuove zone potenzialmente d’interesse.

La galleria della miniera del Temperino è stata scavata nel 1800 e proseguita nel 1900 in un'area caratterizzata dalla presenza di molti lavori minerari etruschi, medievali, cinquecenteschi e ottocenteschi, in parte tagliati dalla galleria stessa, in parte presenti al di sopra di essa. I lavori minerari noti sono stati utilizzati per testare la validità di applicazione del metodo, che si è dimostrato efficace per individuare la presenza di pozzi antichi non più accessibili dalla superficie e di zone ad alta densità caratterizzate quindi dalla presenza dei minerali metalliferi. La corretta interpretazione geologica e mineraria dei risultati del progetto è stata resa possibile grazie alla conoscenza degli ambienti sotterranei da parte del Parco Archeominerario di San Silvestro e ai progetti di ricerca scientifica (PRIN-MIUR) condotti nell’area negli ultimi 15 anni dai geologi dell’Istituto di Geoscienze e Georisorse del CNR insieme ai colleghi del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa. 

Grazie alle tecniche speleologiche è stato possibile esplorare e mappare 25 km di gallerie e pozzi. I risultati sono stati pubblicati su Scientific Reports e su Natural Resources Research.