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Val di Cornia a secco, acque depurate la salvezza

Cia: "Serve con la massima urgenza un intervento per l’utilizzo delle acque depurate del Cornia Industriale o le colture sono perdute"

"E’ stato decretato lo stato di emergenza per la crisi idrica che investe tutto il territorio regionale, ma per la Val di Cornia la situazione si aggrava di ora in ora, soprattutto per le colture di pomodoro da industria che rischiano di andare perdute".

La Confederazione Italiana Agricoltori di Livorno firma l'ennesimo appello dopo che il caldo e le mancate piogge sta mettendo a rischio oltre cento ettari di prodotti pregiati (leggi l'articolo consigliato). "Senza un intervento tempestivo che consenta l’utilizzo delle acque depurate dell’acquedotto Cornia Industriale, - hanno detto - difficilmente supereranno nei prossimi giorni lo stress idrico in atto".

Secondo i rilievi tecnici e le analisi chimico organolettiche, le acque depurate del Cornia Industriale, secondo quanto riferito nel corso delle riunioni a vario livello, di queste ultime settimane e giorni, sembrerebbero idonee ad essere utilizzate per fini irrigui. Ma, come ha spiega la Confederazione, è necessario un atto specifico, in quanto il Decreto del presidente Rossi (leggi l'articolo consigliato), che dichiara lo stato di emergenza regionale, pur richiamando 'le denunciate e documentate gravi carenze di acqua tali da compromettere le colture stagionali', che interessano soprattutto la Val di Cornia, non è sufficiente affinché Asa ed il Consorzio di Bonifica 5 Toscana Costa, possano eseguire l’intervento tecnico per l’utilizzo di tali acque.

"Il nostro auspicio, vista l’estrema drammaticità della situazione, è che prevalga il senso di responsabilità che contraddistingue il sistema istituzionale, in considerazione dell’importanza che il comparto agricolo riveste nel sistema economico locale. - hanno aggiunto - E’ necessario che nelle prossime ore si sciolgano i nodi burocratici che ancora impediscono nei fatti la messa in opera dell’intervento, ne va della sopravvivenza di moltissime aziende che rischiano di vedere vanificati decine di migliaia di euro di investimenti, in un quadro economico di estrema difficoltà per il settore agricolo e per le conseguenze che si rifletteranno anche sull’occupazione dell’indotto".