Politica

Commissione di controllo e garanzia

I consiglieri di opposizione denunciano il comportamento del partito di maggioranza che in questi mesi ha appannato l’iter costitutivo

I consiglieri di minoranza procedono compatti lungo una precisa linea di opposizione in merito alla costituzione della Commissione permanente di controllo e garanzia. La proposta, che si basa su specifici articoli del Tuel e dello Statuto Comunale, risale al dicembre 2014 quando il Movimento 5 Stelle si impegnò a protocollarla in Consiglio.

A pesare sul concretizzarsi della Commissione di controllo e garanzia, ipoteticamente composta da 4 consiglieri di maggioranza e 4 di opposizione con la presidenza affidata a quest’ultima, un parere emesso dalla Segreteria comunale. Nel documento viene sollevato come la costituzione di tale commissione vada a sovrapporsi con le competenze di altre Commissioni consiliari e, per di più, le funzioni ipotizzate appaiono di così ampia e generale portata tale da creare un percorso difficile, se non impossibile, da governare. Insomma, a quasi un anno di distanza nulla si è ancora mosso.

I consiglieri Daniele Pasquinelli e Massimiliano Santini (Movimento 5 Stelle), Carla Bezzini (Un’altra Piombino), Fabrizio Callaioli (Rifondazione Comunista) e Francesco Ferrari (Forza Italia) si sono riuniti per denunciare tutto il loro dissenso verso questa totale chiusura del Partito Democratico.

Se per il capogruppo 5 Stelle questo tergiversare è un atti di arroganza nei confronti della minoranza, per la consigliera Bezzini si tratta di “un fatto inaccettabile che contrasta una normale dialettica democratica”; della stessa idea il consigliere di Rifondazione Callaioli che intravede in questo comportamento “un’ottica deformata dell’uso e della legittimazione degli strumenti democratici”. Del resto, un partito di maggioranza che non ha niente da nascondere non può temere una commissione di controllo e garanzia. “Evidentemente al Partito Democratico spaventa che le altre forze politiche possano vigilare sull’operato della Giunta”, sentenzia Francesco Ferrari (FI).