Tutti parlano di Piombino - Roma 3 a 1 e dei tre anni fantastici trascorsi in serie B che si perdono nella notte dei tempi, ma ci sono stati altri periodi eroici della nostra amata Unione Sportiva che merita ricordare per le stagioni felici vissute dagli sportivi. Abbiamo già rinnovato i fasti della squadra guidata da Emilio Reami nel 1975/76, quindi da Piero Barontini nel 1976/77, che dopo due stagioni fantastiche torna in Serie D. Aldo Di Pietro - da San Severo in provincia di Foggia, bomber di razza con 12 reti in 27 partite - segna l’andatura vincente di una formazione che conta su un battitore libero esperto come Andrea Orsini (ex Pontedera) e di un attaccante superlativo come Flavio Ronchi, comprato dal Modena in ottobre, autore di 11 gol in 16 partite. È un Piombino basato su Luciano Bianchi capitano, Claudio Pallini rifinitore, Fabrizio Rossi in cabina di regia, Massimo Vivoli arcigno difensore con Roberto Pucci, Fabrizio Chelotti, Raimondo Medda e Luigi Faggiani. Valerio Ficagna sta di guardia ai pali con quei baffoni neri che incutono timore, Duccio Mazzaccherini è un motorino infaticabile, Roberto Biagini un’ala destra inarrestabile, infine ci sono Mario Gerli, Giuseppe Ambrogio (centrocampisti di rincalzo), Marco Brilli (attaccante) e Andrea Quattrini (portiere di riserva). Festa grande per una ritrovata Serie D, dopo otto anni di purgatorio con l’amichevole disputata al Magona contro il Torino campione d’Italia, allenato da Gigi Radice. In Serie D il Piombino rimane solo tre stagioni, delle quali conservo intatta la memoria per averle seguite dalla tribuna verde del Magona, sempre presente quando non sono impegnato ad arbitrare la mia partita domenicale. Nel 1977-78 non viene confermato Barontini (problemi economici), quindi la Serie D comincia con Rolando Batistini (mister delle giovanili) che dopo alcune gare lascia il timone a Enrico (detto Pippo) Favilli da San Vincenzo. Tra i nuovi acquisti calciatori del calibro di Francesconi, Santigli e Pastorelli; dal Grosseto torna Mauro Agostini (detto Ballera) per sostituire tra i pali l’infortunato Ficagna. Sul mercato di riparazione i migliori acquisti sono il centrocampista Ettori e il formidabile attaccante Di Mario (12 reti in 24 partite), una delle migliori punte mai viste al Magona. Stagione importante, vista la riforma dei campionati basterebbe arrivare sesti per passare in C2, ma il Piombino si piazza undicesimo e resta in serie D (per soli 9 punti e troppe partite perse sul finire del campionato). Sono gli anni della presidenza Renzo Finucci, collaboratori Roberto Chiarugi, Franco Luzzetti, Ennio Della Schiava, Piero Toniol, Irio Camarri, che si susseguono nel breve volgere degli anni. Nel 1978-79 partecipiamo a una serie D interregionale con trasferte non solo toscane, ma anche nel Lazio (Casalotti, Pro Cisterna, Viterbese, Romulea) e in Sardegna (Torres, Sant’Elena Quartu, Nuorese, Iglesias). Prepariamo il campionato con un insolito ritiro a Santa Fiora, sul Monte Amiata, dove nel mese di agosto mi trovo a passare le vacanze, perché a Seggiano sono le mie origini materne, vedo diversi allenamenti e tutti gli incontri amichevoli. Allenatore il sergente di ferro Romano Magherini con l’intenzione dichiarata di conquistare la C2, obiettivo che sfuma per poco, arriviamo quinti a 38 punti, con la prima (Pietrasanta) che ne totalizza 44. Viene ceduto Di Mario - un affare economico (48 milioni) -, resto convinto che con il bomber in formazione la serie C non sarebbe stata un sogno. Perdiamo Orsini, Pucci (200 gare in nerazzurro!), Ronchi, Orsini e Santigli; arrivano Bellini, Bernardis (un grande attaccante, segna 15 reti in 29 gare), Calosso (dalla Juventus), Ferraro e il rapido Pellegrino (6 reti in 21 gare). Il Piombino gioca bene, vince e diverte, perde il campionato per via di troppe sconfitte in terra sarda, soffre il clima caldo di certi campi che ancora profumano di terra e sassi. Debutta Stefano Da Momnmio in serie D, disputa sei partite, lanciato nel calcio che conta fino a vestire la maglia del Messina (alcune stagioni in B) e del Livorno. E siamo al 1979-80 con Irio Camarri che assume definitivamente la Presidenza, rilevando Renzo Finucci (resta comunque in società), viene confermato Romano Magherini che perde diversi giocatori importanti come Medda, Pallini e Guarguaglini, così come vengono avvicendati Ficagna e Bianchi, si dice per limiti di età, ma è un grande errore. Tra i pali va Sandro Luciani (molto bravo), arrivano Tagli, Gambacorta e Verdiani, ma Bernardis s’infortuna e il Piombino resta senza bomber. Magherini corre ai ripari, lancia Luca Granucci (un attaccante vero, abile nei colpi di testa ma ha soltanto 17 anni) e s’inventa Ettori centravanti. A un certo punto il mister dal carattere arcigno viene esonerato, arriva Elia Greco, ma non può fare miracoli e la squadra retrocede in Promozione. In ogni caso è il campionato che lancia Sandro Marsili (9 gare) a livello nazionale e Alessandro Tognarini (7 partite), senza dimenticare che alcuni calciatori negli anni successivi saranno acquistati dallo Juve Stabia per giocare in serie C (Granucci e Tognarini). Stefano Da Mommio è il leader della difesa con 31 presenze e due reti, in mezzo al campo Carlo Nudi gioca piuttosto bene, Pastorelli corre in copertura, ma non basta. Piombino terzultimo, fine del sogno della serie D e d’una possibile promozione in serie C, sfiorata in ben due occasioni. IrioCamarri è il Presidente anche della ricostruzione in Promozione (Piombino settimo) con una crisi economica importante dopo tre anni di semiprofessionismo e stipendi onerosi pagati ai giocatori. Tornano a vestire il nerazzurro Luciano Bianchi, Claudio Pallini e Raimondo Medda, in panchina siede il mister degli Juniores Giuliano Cioni (un carattere deciso) e tanti ragazzi delle giovanili si guadagno il posto in prima squadra, gente come Cinquemani, Rocchiccioli (rientra da un grave infortunio dopo aver sfiorato il passaggio al Perugia di Castagner), Tognarini, Granucci, persino Da Mommio. Non riesce la risalita in serie D ma il Piombino si salva tranquillo, vista la difficoltà del girone non è cosa dapoco. Irio Camarri lascia il timone a Lelio Billeri durante la stagione 1981-82 (sempre settimi in Promozione) che di fatto rappresenta Aulo Giuliani, per alcuni anni finanziatore e presidente ombra. Emilio Reami comincia, Giuliano Cioni porta in fondo il campionato, ma 33 punti non bastano per vincerlo, nonostante una buona squadra che vede in campo gente come Fenzi, Masiello, Mastorci, Marsili, Da Mommio e Rocchiccioli. Fermiamo l’album dei ricordi all’ultima storica stagione, il 1982-83, con il ritorno in serie D (al tempo si chiamava Interregionale) e un fantastico primo posto in Promozione (47 punti), davanti al Tuttocalzatura (43) e al Romagnano (40), trainer di lusso il grossetano Lamberto Pazzi, di cui abbiamo parlato tante volte. È il Piombino dei grossetani, “tutti gli uomini dell’allenatore” parafrasando il titolo d’un film, gente fidata tipo Carotti, Acquaroli, Benemei, Chieffo, Niccolai, Maiolino che s’intende bene con talenti naturali piombinesi come Luciano Bianchi (festeggia 350 gare in nerazzurro) e Claudio Pallini. Anno storico anche perché il Piombino arriva agli Ottavi di Coppa Italia Dilettanti (mai accaduto!) eliminato dai lombardi del Pontevico. Festa grande (che rammento bene!) al Magona contro la Pecciolese, un clamoroso cinque a zero e l’ultima rete in nerazzurro di capitan Bianchi. Chiudiamo queste brevi note ricordando la nostra ultima volta in serie D, stagione 1983-84, allenatore ancora Lamberto Pazzi che guida una buona squadra con Roberto Balestrelli (arriva niente meno che dal Cagliari!), Mauro Bardeschi e Mauro Burroni, ma niente funziona, purtroppo. Neppure il mercato di riparazione serve a qualcosa, con Paolo Sodi e Virio Benvegnù, perché gli infortuni ci perseguitano, sia di Balestrelli(zero reti in 12 partite) sia di Granucci (4 gol in 19 gare). Finiamo terzultimi con 25 punti, nonostante il tentativodi cambiare trainer con il ritorno di Rolando Coscetti (ex difensore nerazzurro degli anni Sessanta). Perdiamo a Ponsacco (ultimo in classifica) - diretto concorrente - e la salvezza si allontana, magra consolazione che insieme a noi retrocedono anche i cugini del Grosseto. Ecco, da quel giorno il nostro massimo resta l’Eccellenza, con picchi negativi molto bassi, a base di fallimenti, campionati di Prima, Seconda e Terza Categoria. È dal 13 maggio del 1984 (Piombino - Pietrasanta 2 a 1) che il Piombino non calca i campi della Serie D. Si avvicina il mezzo secolo.