Lavoro

Jsw, "siamo ancora ostaggi della multinazionale"

Il coordinamento Camping Cig incalza i sindacati e sprona a decidere se seguire la linea del ministero o puntare a voltare pagina

"A che punto è la tragedia Jsw?", se lo domandano gli attivisti del Camping Cig.

"Nell'ultimo incontro al ministero istituzioni, a partire dal governo, e sindacati tutti (Fim, Fiom, Ugl, Uilm, Usb) hanno consegnato di nuovo i lavoratori e il territorio in mano a Jindal: altri due mesi concessi gentilmente per avere da Jsw il piano industriale, promesso da 5 anni! - hanno commentato - Quindi, siamo ancora ostaggi della multinazionale. E pensare che Carrai aveva parlato chiaro: precondizione per il forno elettrico è l'impianto per il preridotto. I famosi due tempi in cui il secondo non arriverà mai! La priorità per Carrai è ora il preridotto, con le relative conseguenze ambientali, preridotto che servirebbe più che al rilancio di Piombino ad altre acciaierie (Gozzi 2014). Quindi per Carrai prima il preridotto, altrimenti non si fa niente. Inoltre, aveva proseguito Carrai, lo Stato deve pagare quasi tutto il costo degli impianti. Certo non è difficile fare l'imprenditore così! Inoltre, lo stesso Carrai aveva fatto capire chiaramente che ci saranno comunque centinaia di esuberi. Viene solo da piangere: lo Stato deve pagare gli investimenti alla multinazionale e poi si ritrova i licenziati da gestire. Da Carrai e da Jsw è inutile aspettare un piano industriale, sono ormai non più credibili. Chiediamo alle istituzioni e ai sindacati tutti come sia stato possibile concedere ancora tempo e credibilità a Jindal". 

"La democrazia sindacale che non si limita alla delega è oramai solo un lontano ricordo, per molti un inutile fastidio. Poi, sulla vicenda Jsw si è inserita la risposta del ministro Urso alla interrogazione dei parlamentari Pd. Ha detto Urso che lo Stato non sarà il bancomat di Jsw. - hanno proseguito - Ma proprio un bancomat sono stati i vari governi, compreso l'attuale, dato che hanno consentito a Jindal di non fare gli investimenti previsti, rendendo così inevitabile l'erogazione di milioni di euro di cig, da parte dello Stato. Proprio questo governo ha concesso la mega commessa di rotaie a Jsw senza porre, per ciò che è conosciuto pubblicamente, vincoli e paletti all'azienda".

"E a proposito di mani libere lasciate a Jindal da subito, su cui le varie parti politiche si rinfacciano responsabilità, ci chiediamo perché nel 2018 nessuno ci ascoltò. - hanno ricordato - Avevamo chiesto con forza che prima della firma dell'accordo fossero posti vincoli e penali a Jindal se non avesse fatto gli investimenti previsti dall'accordo. Lo gridammo a tutti, Comune, Regione e Sindacati. Andammo a chiederlo a deputati e senatori e anche all'allora ministro Calenda, all'epoca Pd, e poi al vice ministro Galli, Lega. Nonostante l'esperienza vissuta con Rebrab, nessuno ci ascoltò. Se lo avessero fatto oggi la storia sarebbe diversa. Decidano i lavoratori quale deve essere il loro destino e per cosa lottare".

"Adesso - hanno concluso - proponiamo quindi ai sindacati tutti, visto che stanno per tenersi le elezioni per il rinnovo delle Rsu, di svolgere contemporaneamente una assemblea, in cui i lavoratori attivi e cassintegrati esprimano il loro voto democratico per decidere se approvare l’apertura di credito a Jindal-Carrai, confermata dalle sigle sindacali presenti all'incontro con il Ministero del 27 Aprile; oppure, in alternativa, puntare sulla cacciata di Jsw e sull’intervento dello Stato in posizione di comando".