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Lavoratori di Elettra in sit-in davanti al Comune

I dipendenti di Elettra che rischiano la mobilità hanno manifestato davanti al palazzo comunale per chiedere che anche l'indotto venga tutelato

Trentaquattro lavoratori della Elettra rischiano il posto di lavoro e si sono dati appuntamento (quasi tutti) sotto il Comune per consegnare al sindaco Giuliani una lettera. Perchè adesso sono in cassa integrazione ma da dicembre entreranno in mobilità.

E' una delle storie di quell'indotto legato alla ex Lucchini e che vedono il loro destino, e delle loro famiglie, legato ai tempi e alle scelte di Aferpi.

"La crisi ha coinvolto anche le centrali elettriche situate nell'area dello stabilimento. La Elettra è una di queste - scrivono i lavoratori - l'ultima entrata in servizio. Un impianto moderno, la cui funzione è smaltire i gas tossici di sintesi della Lucchini per produrre vapore, e quindi corrente elettrica da erogare in rete. 

Dall'inizio del 2014 la centrale è spenta, in attesa di sapere cosa accadrà allo stabilimento al quale è strettamente legata. L'impianto è controllato e manutenuto temporaneamente dal personale in previsione di una possibile ripartenza.

Parliamo di una struttura ancora ampiamente efficiente e pronta a rientrare nella piena operatività. Per questo i progetti riguardanti le industrie piombinesi devono tenerne conto. La struttura potrebbe integrarsi benissimo, data la sua natura di centrale smaltitrice di gas di scarto, in un progetto industriale che sia la sintesi di efficienza e tutela dell'ambiente. Noi ci crediamo". 

"Se così non fosse, se i piani della nuova Proprietà Aferpi non dovessero coinvolgere la centrale, i dipendenti auspicano che soluzioni alternative siano programmate e proposte per evitare una situazione di forte disagio. 

Tali soluzioni potrebbero essere la riassunzione in Aferpi o in altre aziende, l'accesso a corsi di riqualificazione e formazione, o nella peggiore delle ipotesi l'allungamento della cassa integrazione".