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Mezzacapo: "Giusti timori dei lavoratori"

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di Leonardo Mezzacapo, ex responsabile ufficio tecnico Lucchini, che esprime timori per i tempi di realizzazione

“Hanno ben ragione i lavoratori del gruppo che si chiama Minoranza sindacale, perché poi solo minoranza non si capisce, a gridare la loro preoccupazione per i tempi di attuazione della nuova acciaieria in padule

E hanno doppiamente ragione perché sull’argomento tempi è calato il silenzio delle istituzioni, ma anche quello della politica e dei principali attori, direi con la sola esclusione del sindacato che mi sembra sensibile al problema. Sostanzialmente ed è bene ricordarlo, ciò che deve essere realizzato, non è un semplice forno elettrico.

C’è infatti da realizzare una intera filiera produttiva, che parte dal parco rottame, molto più grande e complesso di quello preesistente poiché non c’è la ghisa liquida, per continuare con una intera acciaieria composta da decine di impianti, capannoni, strutture e servizi, che non sto ad elencare per non dilungarmi troppo. 

E’ pur vero che alcuni impianti potranno essere recuperati, ma questo gioverà a una relativa riduzione dei costi, ma non dei tempi. I lavoratori della “Minoranza sindacale” hanno parlato di tempi che oscillano tra i 30 ed i 48 mesi e questo è assolutamente vero, poiché anche procedendo per step, ovvero installando un solo forno elettrico, la filiera produttiva deve comunque essere completa e predisposta per il secondo forno.

Per completezza di informazioni, ricordo inoltre che i percorsi autorizzativi per poter iniziare i lavori, sono lunghi e complessi, non meno di sei-otto mesi e soltanto per le opere civili. Trattandosi di terreni paludosi dove si renderà necessario un enorme lavoro di palificazioni, i tempi si allungheranno notevolmente. Con le premesse di cui sopra e considerando che ad oggi non vi è evidenza, almeno sembra da quanto si legge, di alcun ordine di acquisto, c’è da essere realmente preoccupati.

E di questa preoccupazione devono farsene carico tutti i principali attori, a partire dal sindaco, i politici locali e nazionali. Occorre che arrivi un messaggio forte e chiaro al presidente della Regione, Enrico Rossi, che il suo ottimismo riguardo ai famosi "18 mesi per tornare a produrre acciaio", è totalmente incoerente con la realtà dei fatti. Il nostro comprensorio e la città, sono in grave sofferenza ed i problemi peggiori può darsi che debbano ancora arrivare”.