Hanno preso il via giovedì scorso, in zona Santa Costanza, le operazioni di messa a dimora di circa 35mila bulbi di tulipani rari.
Come spiega il Comune in una nota, tra la fine di Marzo e l’inizio di Aprile, quest’area si trasformerà in una straordinaria distesa di colori e profumi, offrendo uno spettacolo unico per cittadini e visitatori.
L’iniziativa rientra nel progetto ‘Wander and Pick’, a cui l’amministrazione ha aderito, e già realizzato con successo in diversi comuni dell’area fiorentina, colorando piazze e strade. L’idea del parco biologico, che a San Vincenzo ospiterà varietà rare e antiche di tulipani, è stata attuata grazie alla collaborazione con l’associazione ‘Le tribù della terra P.A.C.M.E.’.
Giunta alla sua nona edizione e alla prima tappa a San Vincenzo, l’iniziativa permetterà a cittadini e turisti non solo di ammirare i fiori in piena fioritura, ma anche di poterli raccogliere contribuendo con una donazione a offerta all’associazione.
Il progetto fa parte di una ricerca scientifica in campo e in vaso condotta da un gruppo di ricercatori ambientali, focalizzata sull’uso di colonie microbiche biologiche nei giardini diffusi.
“Siamo felici di proporre a San Vincenzo un progetto come ‘Wander and Pick’, che valorizza l’area di Santa Costanza trasformandola temporaneamente in un giardino affascinante e suggestivo, da ammirare e vivere pienamente – ha commentato il sindaco Paolo Riccucci –. Ci auguriamo che cittadini e turisti possano apprezzarlo, e che le scuole del territorio possano scoprire i segreti di questo fiore meraviglioso”.
Il giardino, aperto al pubblico tra marzo e aprile, offrirà un’ampia gamma di esperienze: attività didattiche, momenti contemplativi, laboratori interattivi e iniziative legate alla salute e alla scienza. Il contesto di San Vincenzo, tra mare e campagna, rende l’esperienza ancora più suggestiva, invitando a riscoprire la bellezza di una realtà bucolica e produttiva. Il percorso si ispira anche alla figura di Antonio Berlese, entomologo e agronomo di fama internazionale, che ha lavorato a lungo a San Vincenzo e a cui è stato dedicato un monumento. A lui si deve lo sviluppo della coltura olivicola sul territorio, con studi sui cultivar e sulla sicurezza delle piante.