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"Peccato non abbiano pensato all'Ami Piombino"

L'associazione, insignita del martirologio dei partigiani delle Brigate Mazzini, esprime alcune considerazioni sulle iniziative del 25 Aprile

Daniele Massarri, presidente Ami Piombino

"Ci rammarica molto che le forze politiche di opposizione non abbiano pensato, accanto all’Anpi, anche a un rappresentante della nostra Associazione - la cui bandiera è insignita del martirologio dei partigiani delle Brigate Mazzini - quando hanno presentato la mozione per far partecipare almeno i Capigruppo consiliari alla commemorazione del 25 Aprile a Piombino, Città Medaglia d’Oro della Resistenza. Rammarico che è tuttavia niente rispetto allo sconcerto nel vedere bocciata quella stessa mozione, con la decisione del sindaco Ferrari di partecipare in solitaria alla cerimonia di deposizione della corona: si è difatti sprecata, secondo noi, una meravigliosa occasione per dare concretezza a quella pacificazione e rinnovata unità della comunità che ci appare invece relegata sempre più spesso al piano dei meri proclami".

E' l'Ami Piombino a condividere questo intervento firmato dal presidente Daniele Massarri.

"Non vediamo infatti come un gruppo di una dozzina di persone qualificate, adottando tutte le opportune misure e precauzioni, avrebbe potuto rappresentare una minaccia per la salute o inficiare il contenimento del coronavirus. Se così non fosse non ci si spiegherebbe come mai, nel giorno di Pasqua, un nutrito gruppo di personalità si è recato assieme al Vescovo e chierici vari a benedire la Costa Diadema. Una nota ufficiale ci spiega che così è stato raccomandato anche dalla Prefettura, cui il Comune aveva chiesto indicazioni. - hanno aggiunto - Vogliamo tristemente augurarci, da fermissimi laici, che si sia tirata in ballo la Prefettura per nascondere in realtà una decisione politica ben precisa, perché altrimenti può significare soltanto due cose: o la Prefettura non fu nemmeno interpellata per la cerimonia del Vescovo, oppure la stessa ha mutato radicalmente indirizzo nel giro di 10 giorni facendo di fatto e pericolosamente prevalere le ragioni della fede a quelle dei valori della Resistenza, della Democrazia e di aspirazione alla Libertà e alla pace su cui è nata la Repubblica ed ai principi di fratellanza e laicità su cui si basa la nostra Costituzione".