Politica

Fratelli d’Italia al veleno contro il Pd

Sul fallimento Rimateria: “Il Pd, unico responsabile del disastro, mistifica la vicenda per nascondere le proprie responsabilità”

“Comprendiamo il disagio di un Pd locale che non sa cosa dire e non sa nemmeno come dirlo. Ma affermare che un’indagine della Guardia di Finanza, con perquisizioni varie e l’iscrizione nel registro degli indagati di sette persone sia un atto dovuto di fronte a un fallimento, dimostra, in realtà, tutta la confusione mentale in cui è piombato il Partito Democratico”. 

Così Fratelli d’Italia ha replicato al comunicato del coordinamento Pd in merito al fallimento Rimateria e alle indagini della Guardia di Finanza.

“Secondo l’originale e personalissima deduzione del Pd, ogni volta che una società fallisce, cosa che purtroppo capita molto spesso, la Procura della Repubblica si attiverebbe con perquisizioni varie e con l’iscrizione di numerose persone nel registro degli indagati. Affermazione, questa, che farebbe inorridire qualunque studente di diritto al primo anno d’università ma non invece i dirigenti locali di quel partito che, anni addietro, ha scientemente voluto il disastro di Rimateria.
Possiamo capire i timori di un partito che, d’un colpo, ha compreso che si è sollevato il velo che fino a poco fa mascherava l’affaire Rimateria”.

“Comprendiamo il panico per i vertici di un partito che ha espresso i nomi di alcuni di coloro che oggi risultano indagati, dando loro precise indicazioni politiche. - hanno proseguito - Evidentemente, il contesto che si sta delineando getta nel panico, fa traballare un corollario che politicamente era già fallito due anni fa ma che oggi non è più sostenibile.
Tuttavia, tutto questo non legittima un partito che ha avuto responsabilità di governo e ha perseverato nella propria opera mistificatoria di fatti che ormai sono chiari a tutti i cittadini. Quello che possiamo consigliare al Pd, - hanno concluso - se vuole tentare di diventare almeno lontanamente credibile, è di iniziare a praticare un po’ di sano e costruttivo pudore”.