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​A buco ritto e a buco torto

Su #tuttoPIOMBINO di QUInews Valdicornia “​A buco ritto e a buco torto” di Gordiano Lupi. Foto di Riccardo Marchionni

Foto di Riccardo Marchionni

Non sono termini soltanto piombinesi, chiaro, a buco ritto e a buco torto sono molto fiorentini, ma sono usati anche dalle nostre parti. Vediamo il significato letterale. A buco ritto: coccoloni, piegato in avanti col sedere sporgente, usato soprattutto in dipendenza dei verbi cascare, mettere e stare. Esempi: Ti metto a buco ritto, magari a un bambino. // È cascato ’n terra … è cascato a buco ritto. Se uno cascava male era a buco ritto, a bocconi, a bocca ’n terra, e a buco ’n su. Altri usi nella vita quotidiana: un bicchiere che va giù è a buco ritto, si capovolge. Inoltre, stare a buco ritto o a buco punzoni è quasi la stessa cosa. Altro uso in forma di domanda: “Che state a buco ritto a guarda’ la televisione?”. A volte si può dire anche a buco di gallina, nella posizione in cui la gallina si offre al gallo, tutta impettita e sedere in alto. A Piombino capita spesso di sentir dire che un tale s’è svegliato a buco ritto o a buco torto, tutto risentito, come una persona che non è riuscita a evacuare e cammina stringendo il sedere. Il termine buco deriva dalla radice germanica buck, cosa incavata e chiusa, ovvio che il buco in questione è quello anale. La regolarità intestinale è tutto nella vita, per il benessere fisico e mentale, alzarsi a buco ritto o torto, significa essere molto nervoso, come alzarsi dalla tazza senza aver fatto niente. A buco torto ci si può svegliare, ma si può uscire in tal modo anche da una discussione, da una partita di calcio persa malamente; in questa condizione siamo impermaliti e contrariati, insomma ci siamo arrabbiati molto per quel che ci è capitato. Esempi: “Tizio se n’è andato a buco torto! Aveva litigato con Caio”, oppure: “Sempronio s’è svegliato a buco torto! Ha un diavolo per capello”. Si può usare con identico significato anche buco dritto o buco ritto: “Se n’è andato a buco ritto!”, ma anche “È andato via tutto impuzzonito!”. C’è chi riporta l’uso di tale termine alle galline, quando si alzano e se ne vanno a buco ritto, impettite, senza aver fatto del tutto i loro bisogni. Ecco, un uomo che si sveglia a buco ritto (o torto) è uno risentito, arrabbiato, cammina come una gallina che non si è saputa liberare. In fiorentino si usa anche il termine buco pillonzi, che significa stare a novanta gradi. La derivazione è storica. A Vinci, città natale di Leonardo, avevano costruito dei grandi lavatoi comunicanti tra loro, alti un metro da terra e riempiti d’acqua a metà. Queste grandi tinozze venivano chiamate pilloni. Le popolane che andavano a fare il bucato erano obbligate ad appoggiarsi al bordo dei lavatoi e a chinarsi a novanta gradi verso l’interno per poter raggiungere il livello dell’acqua. In questa posizione le donne ostentavano i sederi che dimenavano mentre strofinavano il sapone e risciacquavano i panni. Lo spettacolo era garantito. Le battute si sprecavano: “Stanno a culo ritto”, “Stanno a buco ritto”, che associata al nome dei lavatoi (pilloni), è stata nel tempo storpiata in a buco pillonzi. Oggi la frase viene usata per indicare chi per qualsiasi ragione si trova metaforicamente in una posizione critica, chino a novanta gradi.