Lavoro

Acciaio, Federacciai frena ma Piombino non ci sta

Levata di scudi dopo le dichiarazioni del presidente Gozzi sul progetto Metinvest. "Piombino può e deve tornare strategica"

"Non accetteremo che si realizzi un impianto che fa concorrenza all'Ilva e alla produzione nazionale e non accetteremo che si faccia con i soldi dello Stato". Parole del presidente di Federacciai Antonio Gozzi pronunciate nell'ambito del suo intervento in apertura dei lavori dell'Assemblea Pubblica 2025 dell'Associazione a Bergamo. 

Un intervento che ha affondato il nuovo progetto Piombino e la nuova linea intrapresa per uscire da un'impasse che da anni tiene in bilico le sorti e il rilancio dello stabilimento siderurgico della città. Dal presidente Gozzi sono state esternate forti perplessità sull'intervento dello Stato e le risorse pubbliche stanziate che metterebbero sul piatto 300 milioni di contributi per il progetto Metinvest - Danieli. 

"Piombino può e deve tornare strategica per la siderurgia nazionale", lo ha ribadito il sindaco della città Francesco Ferrari rispondendo alle dichiarazioni dell'esponente di Federacciai. 

"Sorprende l’atteggiamento del presidente di Federacciai, Antonio Gozzi, che più di chiunque altro dovrebbe accogliere con favore il progetto Metinvest Adria a Piombino. - ha proseguito Ferrari - Un progetto che porta nel nostro Paese risorse, tecnologie e competenze, e che rappresenta una rara dimostrazione di fiducia nell’Italia industriale. In un contesto in cui attrarre capitali esteri e rilanciare la produzione è una sfida quotidiana, un’iniziativa come quella di Piombino andrebbe salutata come un segnale di rinascita, non come una minaccia. Difendere Piombino non significa difendere un interesse locale o, peggio, un progetto calato dall’alto: significa difendere una prospettiva nazionale, strategica, di rilancio dell’intero comparto siderurgico. Significa ricostruire quello che è stato il secondo polo siderurgico nazionale. Piombino è, e deve tornare a essere, un pilastro industriale dell’Italia, non un capitolo marginale da sacrificare sull’altare di equilibri corporativi o di interessi privati. Sono convinto che mettere in discussione l’investimento di Metinvest e di Danieli su Piombino vada contro un’idea di Paese capace di credere nella propria industria, nella transizione verde e nella competitività europea. Il futuro della siderurgia italiana sta proprio in un progetto di reindustrializzazione come questo, che restituirà lavoro, innovazione e valore aggiunto al Paese. Piombino non chiede privilegi: chiede di poter contribuire, da protagonista, al futuro dell’Italia produttiva. Chi oggi lo ostacola, per interessi o per pregiudizio, si assume la responsabilità di frenare una delle più importanti occasioni di rinascita industriale nazionale".

Non è tardata la risposta dei sindacati. 

"Mettere in contrapposizione l'investimento per il rilancio dell'ex Lucchini con quello di Taranto è incomprensibile. - ha commentato Guglielmo Gambarelli di Uilm - E' incomprensibile avanzare dubbi su un progetto che finalmente, dopo 11 anni dallo spegnimento dell'altoforno, può dare speranza a 1.500 lavoratori al territorio. L'Italia ha importato oltre 10 milioni di tonnellate di limati piani di acciaio nel 2024, non saranno i 2 milioni di Piombino a far saltare il sistema".

"Riteniamo che le critiche del presidente Gozzi, al di là delle motivazioni più o meno condivisibili, non trovano ragioni nel momento in cui, gli investitori italiani sono stati assenti con proposte e progetti credibili per rilanciare due importanti poli siderurgici. - ha aggiunto Valerio D'Alò segretario nazionale Fim Cisl - A Piombino abbiamo sostenuto con forza l'unico progetto che dava respiro a quell'area siderurgica e ai lavoratori e siamo pronti a cogliere la sfida di Federacciai visto che c'è ancora da risolvere l'altra metà del polo siderurgico toscano che riguarda le promesse vane e mai concluse da parte di Jsw. Se il presidente vuol confrontarsi con noi per dare una risoluzione a questa vertenza noi ci siamo".