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L'altra faccia dell'acciaio, pulito e senza Rebrab

Ecocompatibile e lontano dalla città, così Camping Cig immagina il futuro dell'acciaio a Piombino ma senza Rebrab, un ostacolo più che una risorsa

Camping Cig

"Siamo oramai oltre la metà di agosto ed il primo impegno contenuto in questo misterioso addendum è già stato disatteso", così il coordinamento Articolo 1 Camping Cig è intervenuto sulla questione Aferpi. 

"È ormai evidente a tutti i lavoratori, anche a coloro che all’inizio e per lungo tempo hanno voluto credere al miracolo, che Rebrab se ne deve andare, perché non è una risorsa, bensì un problema, un ostacolo alla ripresa delle attività industriali e ad uno sviluppo armonico per il territorio", hanno aggiunto ribadendo la loro preoccupazione per lo stallo registrato fino a questo momento.

Ad aumentare i dubbi, tanto da "sfiorare il miracolistico", a detta di Camping Cig, è l'idea di riaccendere l'altoforno. "A parte che si dovrebbe parlare di un nuovo altoforno, dato che tecnicamente è impossibile fare un revamping dell’esistente dopo anni di fermata, il corollario che accompagna questa informazione non è accettabile: - hanno approfondito - infatti assieme all’altoforno dovrebbe essere riattivata tutta l’area a caldo già esistente: per intenderci, quella a ridosso della città, ricreando le vecchie condizioni di inquinamento che già conosciamo e che non vogliamo più subire. Il fumo non è pane: è solo malattia, disagio, blocco di ogni possibilità di sviluppo alternativo".

"I nuovi impianti devono essere lontani dal centro abitato e soprattutto devono essere ecocompatibili. Ci sembra, dopo aver consultato degli esperti, che la tecnologia di ultima generazione dei forni elettrici possa rappresentare una buona base di partenza".

Per arrivare a questo il Camping Cig chiede un’azione forte e decisa del governo, sia locale che nazionale smettendo di accettare qualsiasi proposta perché non c'è alternativa. Insomma, per Camping Cig bisognerebbe preparare i titoli di coda per Rebrab che, come riporta la stampa algerina, continua ad avere problemi per il trasferimento di risorse.