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Aferpi, il PD chiede chiarezza sulla strategia

"Il tempo dei proclami è certo scaduto e il 30 novembre ci aspettiamo impegni stringenti", la Federazione Pd appoggia lo sciopero del 2 dicembre

La decisione di costituire un gruppo operativo in grado di seguire la ristrutturazione dell’Aferpi non è sufficiente a fugare le apprensione sulla concreta attuazione del piano industriale. Con quest’animo il segretario della Federazione PD Val di Cornia Elba Valerio Fabiani e il coordinatore Giorgio Pasquinucci intervengono in merito alla questione industriale piombinese.

“Sulla scena sono comparsi gli interessi a trasferire altoforno e altri impianti di parte dell’area a caldo in Brasile, mentre filtrano notizie sulla possibile acquisizione da parte del gruppo algerino della Leali e contatti con la Jsw, non solo per gli approvvigionamenti di semiprodotti ma anche per l’eventualità di una partnership. - fanno sapere Fabiani e Pasquinucci - Sarebbe a questo punto indispensabile capire qual è l’intero progetto complessivo di Cevital il ruolo di Piombino”.

Vero è che le diverse informazioni sono state apprese in ordine sparso e non sempre sono direttamente verificabili. Ma sulla faccenda c’è bisogno di maggiore chiarezza dal momento che in ballo c’è il futuro del settore e di diversi lavoratori. Durante la riunione del 30 novembre al Ministero dello Sviluppo Economico, il nuovo gruppo presenterà un nuovo cronoprogramma per le demolizioni/smontaggi e i tempi dell’ordine del nuovo forno elettrico.

“Sarebbe opportuno, in questo contesto, - proseguono - fosse chiarito anche il quadro d’insieme delle strategie. Siamo convinti che i manager Aferpi non sono stati in questi mesi con le mani in mano. Ma ora è giunta l’ora di giocare a carte scoperte”.

C’è un mercato che consente ad Aferpi di trasformare acciaio in termini economici e aumentare, come promesso dall’ex Ad Tidjani, le produzioni? “Se c’è, è lecita la proposta del sindacato di dare un segnale, aumentando il personale in solidarietà. Ci sono poi le imprese dell’indotto, che dopo essere state tragicamente messe in difficoltà dal fallimento Lucchini, oggi si aspettano l’inizio degli investimenti e quel lavoro, a iniziare dagli smantellamenti, che può dare respiro alla propria sopravvivenza e alla sicurezza dei loro dipendenti”.

Il lavoro fin qui svolto che ha visto protagonisti Governo, Regione e Comune insieme alle parti sociali, insomma, è finalizzato a definire complessivamente un nuovo modello di sviluppo che non si esaurisce al progetto Aferpi-Cevital, ma guarda al polo agroalimentare (da loro stessi proposto), portualità e turismo.

“Chiediamo a Cevital di assumersi le responsabilità sociali e di tenere bene in conto del contesto delle aspettative all’interno della quale si muove. - concludono - Il tempo dei proclami è certo scaduto e il 30 novembre ci aspettiamo impegni stringenti. Ed è con questo obiettivo che diamo il nostro pieno appoggio allo sciopero e alla manifestazione indetta dai sindacati di categoria per il 2 dicembre, che dovrà segnare l’apertura di un nuovo capitolo verso il rispetto degli impegni assunti da Cevital, il superamento del gap energetico e l’estensione degli ammortizzatori sociali a chi non ne ha o rischia di perderli”.