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"Aferpi, il Governo deve intervenire"

Camping Cig batte il ferro finché è caldo e torna a sottolineare i dubbi che sono emersi attorno al progetto Aferpi. Chiesta mobilitazione a Roma

"Un solo forno elettrico e una sola acciaieria; un settore agroindustriale quasi scomparso; un aumento dei numeri (a regime) del settore logistico; complessivamente un numero di addetti inferiore di 5/600 unità rispetto ai numeri fissati negli accordi firmati; la scomparsa dell’indotto, con i lavoratori Aferpi che faranno anche le manutenzioni ed i servizi fino ad ora esternalizzati; tempi dilazionati fino al 2022. Tutto questo in un documento inviato alla Regione per garantirsi un allungamento dei tempi di approvazione per la costruzione del forno elettrico, visto che non ha neanche un euro per farlo subito".

E' questo il quadro tratteggiato dal Coordinamento Art. 1 - Camping Cig, dopo una settimana durante la quale si sono andati concretizzando dei dubbi sul progetto Aferpi presentato in Regione. La stessa rappresentanza sindacale, infatti, ha esternato perplessità proprio sul reinserimento dei lavoratori. Mentre si alimentavano questi dubbi, negli uffici comunali è stato predisposto un documento nevralgico sulla base del quale saranno formulate varianti ad hoc per la realizzazione del piano Aferpi.

"Ci chiamano provocatori, ci chiamano disfattisti, ma nessuno può negare che da un anno noi diciamo esattamente la verità: - ha scritto in una nota Camping Cig - che non sono state richieste sufficienti garanzie (soprattutto sul piano delle finanze) a Cevital, che va incalzato giorno per giorno, ed obbligato a onorare gli impegni firmati; che solo la mobilitazione dei lavoratori e dei cittadini può garantire la giusta forma di pressione; che sindacati ed istituzioni devono fare il loro ruolo di interpreti dei bisogni dei lavoratori e dei cittadini e non gli eterni giustificatori delle sbandate di Rebrab. Se davvero crediamo nel progetto di rilancio della siderurgia a Piombino - hanno concluso - bisogna incalzare chi lo deve realizzare, secondo i reciproci impegni che i lavoratori hanno già abbondantemente onorato e che l’imprenditore ha già allegramente disatteso".

Il coordinamento ha continuato a sottolineare la necessità di una mobilitazione a Roma che rimetta la Val di Cornia al centro del dibattito. del Governo, garante dell'accordo. Intanto sabato sera sono scesi in piazza Verdi per consegnare volantini informativi sul caso Piombino.